martedì 25 dicembre 2007

Caro Babbo Natale...

Caro Babbo Natale,
forse è troppo tardi però non sono ancora andata a letto, quindi ho qualche speranza.
Non sono più una bambina, ma domani sotto l'albero mi piacerebbe trovare i natali passati, e non parlo dei regali, non li voglio, vorrei solo che questo Natale fosse uguale agli altri, non così diverso, non così... così!
Non piacerebbe anche a te vederci come ai vecchi tempi? Anche come l'anno scorso, senza andare troppo lontano, ma per favore non lasciare tutto così com'è.

Latte e biscotti sono dove sai... se sei stanco di latte e biscotti prendi quello che vuoi.

Buon Natale!
NFDO

venerdì 14 dicembre 2007

Ho perso le parole!

Rubrica: Le parole che non ti ho mai detto...

INTONSO (da associare alla parola "intensamente", ovvio!)

Figurone garantito!

mercoledì 12 dicembre 2007

Stop!

E' una settimana che non ho voglia di fare nulla!
Nemmeno di pensare, inizio a credere che qualcosa non vada per il verso giusto!
Io ve lo dico, qualcosa cambierà!

sabato 8 dicembre 2007

La Piccola Stordita!

Avere una figlia così... non ha prezzo (anche senza MasterCard).
Per la serie "Fresco... di giornata!" va ora in onda: "La piccola(?) Stordita".

Cast:
NFDO
LaMamma

Regia: IlTelefono

Ore 06.50
NFDO compone il numero di casa e... pirupì, pirupì! (oh a casa mia il telefono squilla così!)
1, 2, 3, 4, 5... squilli, NFDO, con l'espressione di una mucca che guarda il treno passare, pensa: "Ma come mai non risponde nessuno? Sono già usciti tutti?"
Al sesto squillo, LaMamma, fingendo di essere sveglia e pimpante da almeno un paio d'ore, esclama: "Pronto!"
NFDO: "La sveglia birichina trillando di mattina, d'accordo col galletto TI butta giù dal letto..." (clicca qui per ascoltarla)
LaMamma: "Vattene a dormire!"
NFDO non si arrende e ridendo: "Mamma, ma non andate a lavoro oggi?"
LaMamma: "Mh... Dove?"
NFDO: "Papà è già uscito?"
LaMamma: "No, dorme!"
NFDO: "Ma come dorme? Sono quasi le 7..." (NFDO smette di ridere e riassume l'espressione della mucca di prima!)
LaMamma: "Eh sì, STAVA dormendo... cosa che avresti dovuto fare anche tu!"
NFDO: "Mamma ma oggi è... Oh figa! (scusate, ma ho detto proprio così!) Oggi è festa! Mamma scusa, scusa... l'avevo dimenticato!"
NFDO ricomincia a ridere come una scema, è proprio il caso di dirlo! Dall'altra parte del telefono anche LaMamma ride, ma in silenzio per non svegliare gli altri "abitanti della casa" (che poi son due ed erano già svegli, colpa del "pirupì" del telefono, mica mia!)
NFDO: "Dai mamma AHAHAH, scusami AHAHAH, torna a letto AHAHAH!"
LaMamma: "Vai a letto anche te, scemina!"
NFDO: "Sì AHAHAH... a dopo, ciao!"
LaMamma: "Ciao!"

Si può essere più storditi di così?

giovedì 15 novembre 2007

Semplicemente Maldestra!

Mi sveglio con il torcicollo, prendo un pacco per spostarlo, sento "track" e non riesco più a muovere il collo.

Vado a comprare le sigarette, torno a casa, salgo le scale, scivolo e ruzzolo giù (fortuna che ero al terzo gradino), male alle ginocchia ai fianchi e alle braccia.

Mi alzo dal divano, vado in cucina a prendere un bicchier d'acqua e sbatto, ancora una volta, il fianco contro il tavolo.

Tutto in meno di 12 ore... ora mi piacerebbe sapere chi si sta divertendo a giocare con le bamboline voodoo!!!

lunedì 12 novembre 2007

Talking About...

Hai presente quando parlando con qualcuno hai la sensazione di dover cogliere qualcosa? Un messaggio tra le righe... ecco, poniamo il caso che tu sia alla disperata ricerca di quel messaggio tra le righe, vuoi trovarlo... allora analizzi, pensi, rifletti su ogni parola!

Hai due strade, una strada x che è quella pura, semplice, quella che traspare dalle parole, la pura "informazione" e una strada y che è, per l'appunto, il messaggio nascosto.
Solitamente ci si sofferma sulla strada x, per cercare quanto meno di capire di cosa parla il nostro interlocutore e poter rispondere ad un'eventuale domanda, ma se le parole utilizzate sono tali da lasciarci un'impronta più o meno tangibile, si passa all'analisi. Cosa vorrà dire? Se poi alla sensazione aggiungessimo il desiderio di volerlo trovare a tutti i costi questo fantomatico messaggio nascosto, ecco che si entra in un labirinto intricato, dal quale se ne esce, nella maggior parte dei casi, analizzando il tutto senza condizionamenti, senza coinvolgere il resto, a porte chiuse. Dunque, dopo una prima risposta, magari azzardata, il chiodo fisso diventa: capire se il ragionamento dal quale è scaturita la nostra risposta sia quello giusto o qualcosa ci ha tratto in inganno!
Quali fattori possono trarre in inganno uno dei due soggetti?

- La semantica, la sintassi e la morfologia del dialogo.
- La scarsa attenzione di chi ascolta.
- Il coinvolgimento "emotivo" nei confronti del messaggio che ci farebbe piacere recepire.

In un dialogo, anche breve, si presuppone l'attenzione reciproca dei soggetti, l'uso di un linguaggio adatto al nostro interlocutore e la sua capacità di trasmettere un messaggio in modo tale che chi lo riceve risponda o si comporti secondo le nostre aspettative.
Se il messaggio è chiaro e l'attenzione è stata, almeno, regolare, l'unica cosa che può portare la mente di chi ci ascolta, su altri binari è il coinvolgimento emotivo, il messaggio che avrebbe voluto recepire.

Tutto ciò per dire che vivo di "pippe mentali" e quando mi va bene mi salvo in "zona Cesarini"!

martedì 30 ottobre 2007

A cup of you...

Sai cosa ci vorrebbe adesso? Una tazza di camomilla, calda, bollente, da bere a piccoli sorsi rannicchiati sul divano, proprio come due buoni amici, una io e una tu, quattro chiacchiere, qualche risata e magari un bel sorriso. Senza troppe formalità, senza pensieri, senza chiederci "chi siamo", senza "freddo"...

martedì 9 ottobre 2007

Nove Ottobre Duemilasette

Un pianoforte mi accompagna, un'immagine scolpita nella mente, come un'anima graffiata dal silenzio, come un ricordo che non c'è, come l'autunno che ingiallisce i giorni, come la pioggia che sento addosso, come la testa che non smette di pensare, come un corpo stanco di obbedire, come un tempo che non vuol passare.

Ti lascio quello che ho voluto, che ho cercato, che ho amato, rimpianto e poi riavuto. Ti lascio le emozioni che mi hai dato, i pianti vuoti, il freddo e il caldo insieme, ti lascio un sorriso per i giorni bui, il dolce e l'amaro di questa bocca, ti lascio un avido ricordo.

Parlo di un sogno, mi ci tuffo dentro, parlo di un anno che è passato, di ricordi cancellati, del vento che sviscera e pulisce, del cuore caldo dell'estate, di mani mai sfiorate, di abbracci mai gustati e di letti consumati. Parlo di lacrime asciugate. Parlo di emozioni condivise, di gioia piena e di paura. Ascolto quel che dici e vivo ciò che taci.

martedì 18 settembre 2007

Non si potrebbe... (?)

Non si potrebbe rimandare all'anno prossimo?
Non si potrebbe levarla di mezzo 'sta torta?
Non si potrebbe far finta che è già domani?
Non si potrebbe evitare di festeggiare?

Non si potrebbe...

Oh senti, smettila e soffia su 'ste candeline!

venerdì 14 settembre 2007

Venghino siori, venghino...

Ho preso il tappeto rosso, quello lungo sei metri, l'ho spolverato, l'ho anche lavato, e te l'ho steso davanti ai piedi... e ora cosa vuoi? Vuoi fare un giro sulla giostrina delle meraviglie?
Allora paghi il biglietto, non il ridotto, no, non sei un bambino... mi raccomando prendi anche la scimmietta... in palio per te ricchi premi e cotillons!
Poi mi prometti che non piangi più? Mi prometti che non fai i capricci? Mi prometti che questa volta esci dalla porta? No, non quella da dove sei entrato, devi uscire da quella principale... quella grande, là in fondo... la vedi? Bravo!
Però la giostrina adesso è chiusa e non posso mica aprirla solo per te, torna quando è aperta, quando senti la musichina e vedi le lucine colorate...
Ma attento, non si ferma a lungo...

giovedì 6 settembre 2007

Riassumendo...

06-08-07
La mia stella
Partenza alle ore 21.00, destinazione Foggia da raggiungere in macchina con il "socio",
"Ciao, vado in vacanza, torno a settembre, forse..."
"Buone vacanze..."
Viaggio tranquillo, quasi piacevole, ore 23.30, Modena, alzo gli occhi al cielo, eccola, non ci credo, come una bimba che non sa cosa vede, mi stupisco, sorrido e urlo:
"una stella cadente...che bella!" chiudo gli occhi ed esprimo un desiderio, uno dei tanti, il primo che mi viene in mente...
Il viaggio continua, il sorriso rimane...


07-08-07
A casa!
Dopo 8 ore di autostrada e una breve sosta in quel di Foggia, mi tocca ripartire, devo tornare a casa, a casa mia!
Mi aspettano...
Ore 23.30 finalmente ci sono! Saluto tutti, poso le valigie, doccia veloce e di corsa sul mio lettino.
Mi aspettava lì dove lo avevo lasciato, fresco e profumato, ha aperto le braccia e mi ha stretta coccolandomi tutta la notte.
Sapeva di casa, di buono, sapeva d'amore, quello con il quale la mia mamma l'aveva preparato per me.


07-08-07
Mare mare mare, ma che voglia di arrivare lì da te...
Sveglia e caffè...
"Hai dormito bene?"
"Divinamente..."
Mi lavo, mi preparo e via verso il mare!
Casa mia non è distante dal mare, circa 15 minuti, raggiungibile in macchina, in treno, in autobus... insomma un po' come ti pare, anche in bici volendo!
Io ho scelto il treno, per forza le auto servivano a mio padre e a mia sorella, ma non importa, mi piace viaggiare in treno senza bagagli... godermi il panorama... per 5 secondi perchè poi entra in galleria ed esce solo quando ormai è già arrivato al mare.
Scendo dal treno, aspetto che arrivi un amico e ci dirigiamo verso la spiaggia... il mio primo giorno al mare... finalmente!
C'è da dire che sono una bagnante un po' complicata, l'acqua non deve essere troppo fredda, non deve essere sporca, non devo avere tanta gente intorno, se proprio devo entrare in acqua devo potermela godere per bene...
L'acqua è fredda...
non è proprio limpida come vorrei...
e c'è tanta gente...
Un bagno, via sotto la doccia e poi a fare la lucertola... Così per quasi tutta la settimana!


15-08-07
Ferragosto con i tuoi...
Solitamente il giorno di ferragosto si va in montagna con zii, cugini e amici, una giornata di sano relax, cazzeggio e carne alla brace.
Si inizia a mangiare alle 11 e si finisce alle 18, tra una passeggiata e l'altra.
E' tutto programmato, ci si sveglia presto, per evitare code e per accaparrarsi il posto migliore, ci si da appuntamento sempre allo stesso posto e poi si parte insieme per la montagna che dista circa mezz'ora dal punto d'incontro.
Si raggiunge la meta più o meno alle 8.00, 8.30 e inizia la processione verso il bagno, perchè, non si sa per quale motivo, l'aria fresca del mattino in montagna stimola la diuresi e fa fare tanta plin plin a tutti, grandi e piccini.
Il gruppo quindi si divide in due fazioni: gli uomini e le donne.
Alle 10.30 circa gli uomini iniziano ad aver fame, quindi fate largo che cominciano le danze.
Un fuochista e due o tre collaboratrici.
Carne, salsiccia e chi più ne ha più ne metta...
Il fuochista è quello che mangia meno di tutti, perchè chi sta lì a far nulla, spazzola via tutto in un batter d'occhio costringendo il fuochista, che ha solo due mani, a non mollare.
Primo giro, poi secondo, terzo e via di seguito finchè qualcuno non dice "basta, non ce la faccio più... son pieno/a, faccio una pausa!"
Inizia quindi la pausa collettiva, i più temerari partono per l'esplorazione, che poi chissà cosa devono esplorare visto che il posto è sempre lo stesso da più di dieci anni, tant'è...
Altri stanno lì fermi immobili, qualcuno ricomincia la processione verso i bagni e altri si dirigono verso il centro perchè un bel gelato ancora ci sta... Bravi, io sono nel gruppo del gelato!
Poi ci si ritrova tutti dopo più di un'ora e si ricomincia, un po' più lentamente però... Fino a che non si decide di andar via.
Dopo quattro anni finalmente avrei potuto riprendere la tradizione e invece:
"Mamma cosa facciamo domani? Andiamo in montagna?"
"No, andiamo a casa di zia, tanto è uguale..."
Uguale un tubo... uguale la carne alla brace, ci si diverte lo stesso, ma i riti? Come si fa a fare la processione mattutina ai bagni? Come si fa ad esplorare la montagna per la centoventesima volta? Come si fa tutto il resto?
Inutile... le tradizioni non le rispetta più nessuno!


16-08-07
Odissea 2000
"Andiamo al parco acquatico di Rossano domani?"
"Sì, dai andiamo..."
Partenza alle 8.00 da casa mia, arrivo al parco acquatico alle 9.30, siamo in 8, uno più matto dell'altro.
Un'occhiata veloce agli scivoli, "quale facciamo per primo?" ci guardiamo tutti negli occhi e in coro: "il giallooooo!"
Il "giallo" sarebbe il Krono Kamikaze uno scivolo altissimo che arriva in picchiata alla fine. Ti siedi, braccia dietro la testa, gambe incrociate e via... in men che non si dica arrivi alla fine ed è quello il punto più brutto, (a parte la coda per salire di minimo mezz'ora) quando l'acqua alla base dello scivolo ti rallenta e te la ritrovi tutta nel naso ed il costume, di qualsiasi natura esso sia, diventa un perizoma.
Ti tiri su totalmente ubriaco/a e se hai il bikini per prima cosa controlli che la parte superiore sia rimasta al suo posto, poi inizi a ridere perchè hai bevuto anche gli schizzi del vicino.
Gli impavidi osano con il "Big Olimpo" fatto di salite e discese che se le prendi male rischi davvero di vederli gli dei dell'olimpo e di lasciar loro un ricordino, tipo il naso come ha fatto uno degli impavidi in questione.
Arriva il turno del Poseidon, uno scivolo bianco che è tutto uno spettacolo, ti infili il gommone (enorme), ti siedi e inizi a scendere, nelle curve voli, appena prima della fine inizia lo sballottolamento, arrivi nella mini-piscina, ma non è ancora finita, da lì devi scendere perchè quella è solo una piscina di passaggio. Una gamba, poi l'altra e scendi dallo scivolo nella piscina più grande, dove l'impatto con l'acqua ti fa salire il gommone fino al collo... e il bikini? Sale al collo anche quello, ma ecco a cosa serve il gommone enorme... prende il posto del costume e ti evita delle splendide figure di m...
Poi c'è il Foam, lo scivolo a 5 corsie, chiamato Ulisse Splash, ti butti dritto e arrivi in acqua capovolto in ogni caso. Non volevo salire, ma Titanico ha lavorato bene ed è riuscito a convincermi. Pensavo fosse più drastica la discesa e invece no, quasi piacevole... Inutile dire che anche io sono arrivata capovolta senza accorgermi di nulla.
Alla fine li abbiam fatti quasi tutti e quasi tutti almeno un paio di volte, per ultimo l'ammollo nella "piscina stile mare" con onde a go-go.
Alle 18.00 siamo andati via quasi tutti illesi, quasi perchè: uscendo dal Krono Kamikaze mi son fatta un taglietto al piede, GiganteTimido ha fatto la stessa cosa qualche secondo dopo di me, Zep ha battuto la testa e Ragazzetto ha lucidato qualche scivolo con i gomiti.
Niente di grave, ma il souvenir almeno l'abbiam preso divertendoci...!


17-08-07
Al mare in compagnia
Al mare in compagnia non si fa nulla, a parte:
ascoltare la storia della vita di Titanico in ammollo,
giocare con Truzzolo che ormai ha già un anno e non fa altro che ridere e parlottare,
fare i dispetti al babbo che ricambia amorevolmente,
prendere il sole con la mamma "in confidenza",
scherzare con circa quindici persone che conosci appena e
fotografare anche i sassi per non dimenticare un'altra splendida giornata.


21-08-07
L'addio al nubilato
L'addio al nubilato più "paccato" è stato quello organizzato alla Nat.
Dovevamo essere in quindici, invece eravamo in otto.
Dovevamo organizzarlo in un altro locale, invece era chiuso.
Doveva esserci un ballerino, invece il ballerino era in ospedale, ma non perchè aveva sbagliato indirizzo...
La Nat non doveva sapere nulla, invece ha capito tutto fin dall'inizio...


24-08-07
La sposa
Nonostante tutto è arrivato anche il giorno del matrimonio, testimoni della sposa io e mia sorella, come al solito, in ritardo. Lei, la sposa, era già in macchina, è bastato uno sguardo per capire l'emozione di entrambe.
Io, la Nat e mia sorella, siamo cresciute insieme, staccarci, da piccole, era un'impresa assai ardua, finiva sempre con il pianto di tutt'e tre. E' la nostra terza sorella e per lei siamo le sorelle che non ha mai avuto.
Compagne di gioco, ci si raccontava i segreti, le prime cotte, le storie più assurde. Crescendo, il nostro rapporto è migliorato sempre più, abbiamo sempre parlato di tutto e quando ho deciso di partire è stata lei la prima persona a saperlo e anche la prima a rimanerci male a dir la verità.
Eravamo convinte che il matrimonio sarebbe stato una "valle di lacrime" e invece no, almeno fino alla fine...
Cerimonia di sguardi intensi, sorrisi, occhi gonfi dall'emozione spesso costretti a guardare altrove.
Era bellisima, i suoi occhioni azzurri erano più gioiosi e dolci che mai. Non riuscivo a fare altro che ricordare i momenti passati insieme, ma solo quelli belli... Guardavo lei, mia sorella seduta accanto a me ed eravamo ancora lì, ancora insieme ad assaporare per l'ennesima volta una nuova emozione.
Complimenti, auguri e chi più ne ha più ne metta. Pranzo nuziale illeso, niente lacrime. Cominciavo a tranquillizzarmi, dicevo: "Via è andata bene, non ho pianto e ho evitato la figura della rammollita che tutti si aspettavano..."
Dovevo salutare gli sposi, io, ultima...

Le gambe tremano, il cuore accelera i suoi battiti, lei mi aspetta, mi avvicino, ci guardiamo dritto negli occhi, ci abbracciamo, e chi se ne frega del resto... le lacrime iniziano a scendere, l'abbraccio si fa più forte e dalla bocca un silenzioso "ti voglio bene..."


27-08-07
Ultime dal mare
L'ultima settimana non potevo non dedicarla al mare, da sola, io e il mare... spiaggia semivuota, acqua limpida che quasi spaventa e calda già alle 9.00 del mattino.
Perfetto... spiaggia, telo, mare a due passi da me e nient'altro.
Vado in acqua, esco, torno in acqua, esco ancora... gioco con i sassolini come facevo da bambina, un sasso grande, uno di medie dimensioni e uno molto più piccolo.
Mi piaceva schiacciare i sassolini e farli diventare polvere. Adesso mi piace schiacciare i pensieri, frantumarli, ridurli in polvere e soffiarci su per vederli volar via.
Tanto più grande è il sassolino che riesco a frantumare, tanto più grande è il pensiero, il dubbio, la situazione da ridurre in polvere e soffiare via...


01-09-07
The End!
Alla fine si riparte,
alla fine si lascia tutto così com'è,
alla fine si spera solo in un nuovo inzio!

domenica 5 agosto 2007

Pronti.. Partenza... Via!

Perfetto, è giunto il momento anche per me!
Me ne vado a sguazzare, spensierata, nelle acque del tirreno sulla costa calabrese... Magari torno, magari no... chi vivrà vedrà!
Qualcuno aspetti pure simpatici mms dei miei ammolli, altri aspettino proprio me per simpatici ammolli insieme, altri ancora... beh altri ancora non lo so... buone vacanze e caso mai ci si becca a settembre!

Tornerò (forse) abbronzata, rilassata e supergnocca (seeeee!)

Per ora penso al viaggio:

Monza - Termoli (circa 7 ore di macchina con il "socio")
Termoli - Cosenza (circa 7 ore, dico 7 porca peppinella, di treno!)

Totale: 14 ore circa di viaggio... Amen!

Bon, scappo... ci si rilegge all'arrivo (forse)!

BUONE VACANZE!

Questa vacanza ha troppi FORSE (forse)!

mercoledì 25 luglio 2007

Apri gli occhi!

Non potevo chiedere di meglio stasera, non potevo concludere la serata in modo migliore... un film, uno di quelli che ti fanno pensare, che ti pongono delle domande alle quali tu non vuoi o non puoi dare risposta, ma ci provi e forse alla fine riesci anche a trovarla la risposta.

Giornata dura, pesante, una di quelle che solo un "sano riposo" e una bella dormita potrebbero lenire. Mal di testa, senso di vuoto, forse sconforto per la frase del giorno, forse delusione o solo voglia che quella frase in un certo senso possa diventare realtà. Ma tu aspetti qualcosa, aspetti che arrivi l'ennesima "riflessione" che quella persona tanto importante, ieri sera, in un certo senso, ti ha invitato a prendere in considerazione.
La attendi tra una chiacchierata e l'altra, tra un giro di qua e uno di là, giri semplici, forse banali, ma devi ingannare l'attesa.
La "riflessione" arriva, la guardi, la esamini, blocchi, torni indietro, riguardi, stringi le ginocchia al petto e le abbracci, ci poggi su il mento e continui a guardare fino alla fine senza stancarti, senza aver voglia d'altro.
Pensi: sarà forse così anche per me? Sarà solo un "sogno lucido" o il mio sogno lucido è così reale da ingannarmi?

Nella testa una nuova domanda: cos'è per te la felicità?
Non lo so cos'è per me la felicità, forse ce l'ho, ma non so riconoscerla, forse la sto cercando, forse arriverà! Beh, io l'aspetto, io guardo avanti, vedo cose nuove, strade mai viste, burroni profondi, ma anche un po' di sole, un po' di colore perchè "il dolce non è mai così dolce senza l'amaro" e la felicità arriva quando in bocca hai ancora quell'amaro, quando sei pronto ad apprezzarla, a vederla nelle piccole cose, a trovarla anche nelle conseguenze...

Ci riprovi, ti guardi allo specchio, ti chiedi ancora una volta: "cos'è per te la felicità? Hai assaggiato abbastanza l'amaro? Sei davvero pronta ad apprezzare il dolce?"

Poi mi sono accorta che la felicità arriva a scatti, arriva a momenti alterni, un po' si e un po' no ed è passata, passa e passerà anche da me.
Non puoi prendere tutto l'amaro e poi tutto il dolce, devi saperli dosare, altrimenti rischi di abituarti troppo all'uno o all'altro e non è sempre e solo così.
Per quanto la vita possa essere abitudinaria, la felicità è indipendente, non segue regole stabilite. In ventiquattro ore può arrivare mille volte, in mille modi diversi e altre mille volte può andar via, basta coglierla e (forse) ricordarne il sapore, nei momenti in cui non c'è o non riusciamo a vederla, per farla tornare.

martedì 24 luglio 2007

Frase del giorno!

Ti farò pentire di essere nata!
(No, ma grazie eh...)

lunedì 16 luglio 2007

Scusa, sei italiana?

Ore 20.50, parco di Villa Casati, un ragazzo biondo, chiaramente straniero, 19 anni circa, alto, molto abbronzato, pantaloncini blu, magliettina arancione e lettore mp3 mi passa davanti squadrandomi dalla testa ai piedi, facendo attenzione a non farsi notare, mentre io ero intenta a guardare un gruppo di ultrasessantenni ballare il liscio accompagnati da un'orchestrina.
Verrebbe da pensare "caspita quanta vita..." e invece no! Di vita ce n'era tanta, erano tutti insieme con il sorriso stampato sul volto e tanta voglia di divertirsi, di ballare, di stare insieme, c'era da star bene anche solo a guardarli, strappavano sorrisi e emanavano gioia di vivere a più non posso.

Ciò mancava al gruppetto di ragazzini, età media 15 anni, appena fuori dal parco, sigaretta in bocca, "buttati" sulle "similpanchine" in cemento(?)!
Ma torniamo al biondino... Mi passa ancora davanti, ad un certo punto si ferma, mi guarda dritto negli occhi e mi chiede timidamente: "Scusa, sei italiana?"
La mia risposta non poteva che essere "Sì!" e così risposi, al che lui replicò con evidente imbarazzo per la domanda fatta "Scusa, pensavo non fossi iataliana... scusami!" ed io, tranquillizzandolo e sorridendo, confermai la mia "italianità" e gli precisai che non era un problema la sua domanda. Mi chiese, poi, se avessi visto qualche ragazza/o ucraina/o o rumena/o, gli risposi di no e andò via salutando e ringraziando.

*Rewind*

Poco prima mi passò davanti, in bicicletta, anche uno di quei ragazzi "buttati" sulla "similpanchina": sguardo assente, biondo anche lui, capelli lunghi mossi, pantaloncini beige, maglietta arancione anche lui (pare che quest'anno l'arancione vada per la maggiore) espressione tipo "ho-costruito-da-solo-un-grattacielo-in-un-giorno-e-sono-stanco-morto", sciatto nel "cavalcare" la sua bici e preceduto da una ragazzina che probabilmente era la sua "morosa"(?).
Anche lui mi guarda, limitandosi però a guardare poppe e sigarette che avevo in mano (le sigarette dico...) e gli si leggeva chiaro in faccia che mirava... no, non tanto alle poppe, ma proprio alle sigarette! Si avvicina anche lui e mi chiede: "scusa, ce l'hai un accendino?" gli rispondo di si, glielo porgo, accende la sua sigaretta, ringrazia a malapena con un filo di voce e si allontana borbottando qualcosa che somiglia vagamente a un "ciao" senza nemmeno guardarmi in faccia.
Lo stesso ragazzo dieci minuti dopo sputacchiava a destra e a manca senza contegno perchè, probabilmente, aveva un moscerino in bocca.

*Precisazioni*

Io sono italianissima, anche se c'è da dire che i lineamenti del mio volto, a quanto pare, possono trarre facilmente in inganno, infatti non è la prima volta che mi si chiede se sono italiana:

- a 6 anni mi dicevano che avevo i lineamenti asiatici (cinesi per l'esattezza)
- a 17 anni mi dicevano che avevo i lineamenti arabi
- a 18 anni il mio vicino di casa, che mi ha vista crescere, mi scambiò per una brasiliana
- a 19 anni chiedevano al mio fidanzato se fossi ucraina (rieccolo)
- a 20-21 anni piacevo tanto ai marocchini e agli egiziani (probabilmente avevo i lineamenti marocchino-egiziani)

In pratica mi hanno attribuito diverse nazionalità, quindi ci starebbe anche la domanda "scusa, sei italiana?"

Ma il punto su cui vorrei soffermarmi è l'atteggiamento, così diverso, dei due ragazzi con i quali ho avuto un "contatto diretto", se tale si può definire un breve, seppur insignificante, dialogo.

*Conclusioni?*

Fate un po' voi!
Io preferisco di gran lunga "scusa, sei italiana?" alle sputacchiate senza contegno e alle parole borbottate.

sabato 14 luglio 2007

Ho parlato alla notte

Ho fatto una cosa che non facevo da un po' di tempo: ho parlato alla notte.
Capelli tirati su, jeans, polo bianca smanicata, scarpe basse, ma col tacco, lettore mp3, sigarette, telefono (in caso di emergenza) e nient'altro.
Sono uscita di casa, solo i miei tacchi in quel silenzio e qualche macchina ogni tanto in lontananza. Solito posto, solita panchina, solito cartello "area videosorvegliata", transenne, limitazioni per lavori in corso, parco chiuso e io, da sola. Mi sono seduta sulla mia panchina, quella sotto il lampione che illumina anche troppo.

Avevo iniziato a parlare alla notte, "By your side" nelle orecchie, ma forse la notte non voleva ascoltarmi e mi ha mandato "vicky", un dogo argentino, di appena 6 mesi, bellissimo, correva sul prato che mi circondava, poi è andato via, per tornare con il suo papà, un tipo, pressapoco, alla "J Ax", voce quasi uguale, tutto tatuato, capelli rasati, viso simpatico, birra in mano.
Mi si è avvicinato, spaventandomi un po' e:

Papà: Scusa... hai da accendere?
Io: Sì, certo...
Papà: Ti ho spaventata?
Io: Beh sì, sai stavo ascoltando...
Papà: ...la musica!
Io: Già!
Papà: Beh ascolti la musica, tutta sola alle due di notte... ti fidi un po' troppo!
Io: Forse si!

Piacere X, piacere Y!

Io: E tu? Porti a spasso il cane alle due di notte?
Papà: Eh non ce la faccio a portarlo fuori di giorno per via del lavoro... e poi lui è un po' viziato!
Io: Come si chiama?
Papà: Vicky, è un dogo argentino ha appena sei mesi...

Breve chiacchierata...

Papà: è stato un piacere conoscerti...
Io: anche per me... buonanotte!

Ero rapita da vicky, gli brillavano gli occhi, aveva lo sguardo da cucciolo tenero.
Giocava con i legnetti vicky, gli piaceva mordicchiarli nonostante il suo papà glieli levasse di bocca e mi guardava... come se avesse capito qualcosa, come se volesse dirmi qualcosa.
Mi sembrava di rivedere il mio winnie quando mi guardava allo stesso modo, quando parlavo alla notte e lui si accucciava accanto a me per farmi compagnia, poggiava la testolina sulle mie gambe e si lasciava accarezzare, ogni tanto la alzava, mi guardava dritto negli occhi, io gli chiedevo se mi voleva bene... e lui mi leccava la mano.

Winnie è cresciuto con me, avevo circa 8 anni quando è arrivato, era piccolissimo non era un cane di razza, era un "bastardino" beige di taglia piccola, aveva paura, ma si è subito affezionato a noi e noi a lui. Ricordo i suoi primi tentativi buffi della discesa dei gradini di casa, scendeva ma non riusciva a risalire e io o mia sorella lo aiutavamo, lui poggiava le zampine anteriori sul gradino e noi lo aiutavamo a tirar su anche quelle posteriori fino a che non ha imparato da solo a scendere e risalire.
Sapeva esattamente quando tornavamo da scuola e ci aspettava allegro e scodinzolante, era lui il primo a salutarci.
Se voleva le coccole, si sdraiava poggiava il musino sulle zampe e mi fissava, se non gliele facevo alzava la testa, abbaiava, come se avesse voluto dire "eih sono qui, mi vedi?" e poi la ripoggiava sulle zampe... era irresistibile!

Quando sono andata via di casa, non aveva capito che non mi avrebbe rivista per diverso tempo e tutti i giorni al solito orario continuava, speranzoso, ad aspettare che io "tornassi da scuola", ma io non tornavo.

Aveva quasi tredici anni il mio winnie, mi ha aspettata, aveva lo sguardo triste, ma mi ha salutata allo stesso modo di sempre, mi ha rivista un paio di volte, poi mi ha lasciata ed è stato straziante tornare a casa e non vederlo più. Speravo non fosse vero, speravo fosse solo un brutto sogno, ma non era così... winnie, il mio winnie non c'era più.

Stanotte era lì, lo sentivo... e mi guardava attraverso gli occhioni di vicky!

lunedì 9 luglio 2007

QUELO!



Tu cerchi la risposta, ma la risposta non la devi cercare fuori...
la risposta è dentro di te, e però è
SBAGLIATA!

venerdì 6 luglio 2007

Lettera a un amore finito

Un amore finisce com'è cominciato, con una domanda alla quale non si sa dare una risposta:
all'inizio è "Mi sono innamorato di te?" e alla fine è "Ti amo ancora?"
La risposta alla prima domanda è "", se ci domandiamo se siamo innamorati di una persona conosciuta da poco significa che lo siamo almeno un poco, ma se dopo un anno o venti cominciamo a domandarci "L'amo ancora?" la risposta è quasi certamente "No".
Perchè quando si ama non si fanno domande, si vive. Le domande presuppongono un dubbio e il dubbio mal s'accorda con l'amore. L'amore per essere tale è incondizionato, perdona tutto all'amato, fino alla follia. L'amore condizionato è il tipico rapporto a due di oggi in quel confine fra affetto ed interessi, è quasi sempre promiscuo, incerto e facilmente espugnabile da un terzo... ossia l'amato.

Lo so, lo so, vi state domandando per chi sto facendo l'Alberoni della situazione, per una donna fratelli, ovviamente... e non ne farò più il nome. Una donna che mi ha scritto a voce alta domandandosi se mi amava ancora:
No tesoro, No amore, tu stai amando sempre di più te stessa e sempre meno quest'uomo che muore. Ti capisco, nulla allontana di più che la sofferenza altrui, niente crea un vuoto altrettanto vasto che l'isolamento, la sconfitta o la malattia intorno a chi come il sottoscritto sta subendo un conto alla rovescia sulla propria testa. Ma chiamandoti per l'ultima volta AMORE, anch'io che ti sono stato così fedele mi distacco da te con tutta l'energia rimasta, poca, quella appena sufficiente a dare un colpo di coda.

Lo so cara, avresti voluto che ti trattenessi, che ti gridassi aiuto, che ti invitassi a non lasciarni proprio ora, ora che mancano meno di cinque mesi alla mia esecuzione. No, io non amo chi non mi ama, perchè ho capito che è un esercizio sterile e inutile e così come ho passato questi quattro anni di reclusione a ricordarti, così trascorrerò gli ultimi quattro mesi a dimenticarti e farò in modo che il mio vuoto sia il più vertiginoso e violento possibile, affinchè un nuovo pieno, magari in extremis, fosse solo l'istante prima di salire sulla sedia elettrica, mi assista con un colpo di grazia, quello di un nuovo amore.

Grazie comunque piccola, per avermi tolto anche quest'ultima illusione, quella di essere amato da te...

Jack!

Mario, Leon e gli altri!

Una torna a casa dopo una serata un po' così, controlla la posta e chi trova? Mario! Ma chi è Mario? Eh... Bella domanda! Però deve essere una persona molto altruista... Sì, perchè Mario mi tiene costantemente informata sulle sue nuove scoperte e mi invita a tentare la fortuna al casinò e poi deve essere un tipo molto fortunato perchè vince sempre 10.000 $, ma sempre eh... quasi da non crederci, nel frattempo avrà vinto tipo 120.000 $, ma io dico un regalo no eh? Che tanto si sa che io non sono fortunata al gioco... e nemmeno in amore, quindi "che te lo dico a fa?"

Poi c'è anche Leon, che è un amico più intimo, sì, con lui ci diamo appuntamento alle partite solo che alla fine non ci si becca mai e me lo rinfaccia sempre... Ma quale partita? La finale dei mondiali dell'anno scorso? Quella è l'ultima partita che ho visto... e poi l'ho vista in tv, mica sono andata a Berlino...
Ogni volta pensa di aver trovato un gioco migliore, ma chissà perchè mi cerca sempre a questa benedetta partita... Non lo capisco proprio! Però a quanto pare Leon non è fortunato come Mario, non mi parla mai di vincite, si diverte con poco, gli basta il bonus di benvenuto di 555 euro e alla fine mi chiede sempre "che aspetto"... Eh, che aspetto? Che ti facciano fuori, per esempio?

Poi ci sono Ralph, Philip, John, Roberto Roberts (che fantasia!), Nicholas, Simon... a loro sono molto legata, condividiamo momenti davvero "intimi", ma purtroppo non hanno ancora capito che io non sono "cosinomunita" e del viagra/cialis non so che farmene, però è vero dovrei pensare al mio futuro partner... o meglio al futuro del mio futuro partner! (Ma anche no!)

Vedete? Una pensa di non avere molti amici e invece al rientro trova la casella e-mail "intasata"... e poi dicono che internet non favorisca i rapporti umani!!!

(Sì però la risposta che da giorni attendo con ansia non è mica arrivata!)

martedì 3 luglio 2007

Il viaggio














Che poi magari mi alzo...
prima che arrivi il treno, dico.
Magari ti faccio anche una giravolta
Te la faccio un'altra volta? Che dici?
Ma non farmi baciare nessuno
se no lo fermo quel treno, ci salgo su
e non scendo mica alla prima fermata.
Guarda, so tutto ormai,
so salire, so scendere,
so tirare il freno in caso di emergenza,
so anche scattare foto a ogni fermata,
così sai... "scatto primi piani eterni
per non dimenticarci"
...
Io me lo faccio tutto 'sto viaggio!

domenica 1 luglio 2007

giovedì 28 giugno 2007

Priorità

Sapete cosa mi disse tempo fa un amico guardandomi negli occhi?
Mi disse: "Sai perchè ci si "innamora" di te? Perchè tu hai gli occhi di una bimba, semplici e belli, tu hai sul volto quell'espressione che molte ragazze della tua età hanno perso e quando sorridi riesci ancora a sorridere con gli occhi! Perchè te ne freghi di quello che è e di quello che sarà, sei così, sei una bimba!"
In realtà io non ci ho mai creduto, ci pensavo stamattina guardandomi allo specchio prima di tornare a lavoro dopo una giornata a casa dolorante, ho preso il telefono e gli ho scritto: "Quegli occhi stanno iniziando a lasciarmi!". Lui mi ha risposto: "Tu stai lasciando loro... Riprendili!"

Ho inforcato gli occhiali da sole e sono andata a lavoro, dovevo nascondere qualcosa, dovevo nasconderli quegli occhi! Poco dopo, altro messaggio: "Sei una persona speciale, ricordalo."
Speciale io? Cos'è che rende una persona speciale agli occhi di chi la guarda? Cos'avrei di così speciale? Sono forse diversa dagli altri? Ho tre gambe invece che due? In cosa consisterebbe la mia "specialità"? Nel cadere nelle trappole, forse?

Poi ho capito che essere speciali per gli altri è sicuramente soggettivo, che ti viene detta una cosa del genere solo quando chi te lo dice vuole farti sentire speciale e non perchè lo sei davvero, sente che qualcosa non va e cerca di aiutarti in qualche modo.

Ed è qui che arriva un'altra rivelazione "questo è quel che hai perchè tu lo vuoi, è facile chiudere gli occhi e rinunciare a vedere" tanto è facile chiudere gli occhi quanto più difficile è capire davvero cosa vuoi. Ma la cosa della quale sono sicura è che quello che ho, ammesso che io abbia qualcosa, non è quello che voglio e che ho chiuso troppo spesso gli occhi per non vedere, perchè caspita quanto vorrei davvero aprirli questi occhi, vedere e non farmi controllare dalla paura, iniziare a camminare con le mie gambe, magari qualche volta anche inciampare e rialzarmi da sola.
Cara Paura, caro Compromesso, avrei voglia di gridarvelo quell' andate a farvi fottere, ma allora cos'è che mi tiene ancora qua, incoerente, inerme? Io che lottavo per gli altri adesso mi ritrovo a dover lottare per me e contro il fantasma di me stessa, per avere anche solo il coraggio di ammettere un fallimento, una scelta sbagliata, di aver chiuso occhi e tappato orecchi nel momento meno adatto, di essermi arresa.

Ho preso un foglio, una penna e ho creato una classifica delle mie priorità, quelle più importanti e quelle meno importanti, poi ho invertito l'ordine, ci ho pensato su e ho rifatto la classifica...
IO SO COSA VOGLIO!

mercoledì 27 giugno 2007

La verità!

La verità è che non è mai tutto così come ci viene presentato, non è mai tutto "rose e fiori" così come gli altri vogliono farci credere. C'è sempre qualcosa che non corrisponde alla realtà, qualcosa di cui ci si vergogna o che magari ci infastidisce o ancora qualcosa di cui ci si vuole liberare, che impedisce a chi hai di fronte di essere "vero". Bisogna saper leggere bene tra le righe!

Qualcuno scende a compromessi, stupidi compromessi che impediscono, a chi li ha accettati, di poter dire o fare ciò che realmente desidera.
A volte ci si nasconde dietro ad un computer perchè sembra tutto più semplice, perchè chi sta dall'altra parte, incosapevolmente, ti da la forza di continuare a "tirarti su le maniche". Ma succede anche che chi sta dall'altra parte possa aver bisogno della realtà e tu questa realtà non puoi dargliela perchè devi dare spiegazioni a qualcuno e questo "qualcuno" è quello del compromesso che reagirà in qualsiasi modo per impedirtelo e tu lo sai, ne hai portato i segni per diverso tempo. Ma questa volta vuoi insistere perchè non ce la fai proprio a perdere l'unica persona della quale ti fidi davvero e lotti contro i tuoi compromessi, ma finisce che sono loro a vincere e ti sei solo fatta male un'altra volta, questa volta però è più dura perchè non c'è solo il dolore fisico, ma senti anche di aver perso ogni speranza e chi prima ti dava la forza di tirarti su le maniche... non c'è più.
Hai deluso qualcuno, ma più di ogni altra persona hai deluso ancora una volta te stessa e tutto questo perchè la tua "realtà" è così assurda che non riesci a crederci neanche tu, come puoi pensare che gli altri possano crederti?

Continui a batterti per TE, quel flashback diventa per l'ennesima volta il tuo presente, continua a rimbombarti nella testa quel "sei malata!"

"Perchè sono malata? Perchè ho voglia di confrontarmi con gli altri? Perchè di TE non m'importa più nulla? Perchè sto provando a pensare a me stessa? Perchè sono stanca della tua trappola? Perchè sono per strada di notte e tu mi segui? Perchè se mi affeziono a qualcuno ci pensi tu a rovinare tutto? Perchè oggi ti gira così? Perchè è passato quasi un anno e tu mi tieni ancora in pugno? Perchè non sono una donna con le palle? Perchè...? Perchè sono malata? Ma sono io quella "malata"? E poi malata di cosa? Qual è la mia malattia?"

Lividi

Prendi una sera, decidi di andare da una persona che ti sta a cuore, aggiungi la persona che odi di più e prova a muoverti, sai qual è il risultato? Lividi!
Questo solo per aver provato a venire da te!

sabato 23 giugno 2007

E' solo nella mia testa!

Pastelli a cera su carta © Federico Paris

io + te = sarebbe "ti amo" se...
tu mi regali un po' d'allegria se giro per strada in tua compagnia

io + te = sarebbe mettiamo che...
volassimo un poco più in alto noi, fai finta di togliere IO e TE rimane più

Più di così non posso! Ho un po' di paura addosso.
Più di così più di un
Più di te, più di me, più di noi, più che puoi... di più!

[Più]

venerdì 22 giugno 2007

Ricordi(?)

Ormai da giorni imperversa on line la mania degli esami di stato, com'è giusto che sia in questo periodo. Nel ricordare i mei, 4 anni fa, ho notato di aver dimenticato alcune cose che invece mi sarebbe piaciuto ricordare.
Per esempio ho dimenticato la prima prova scritta, ovvero non ricordo bene che traccia trattai, ricordo che l'analisi del testo riguardava Pirandello, ma non credo di averla scelta, poi ricordo qualcosa sull'acqua e sulla poesia. Il resto è il buio totale per me.
Ora, solitamente quando scrivo inizio con un argomento e cambio poi durante lo svolgimento ed è sempre stato così, anche nei compiti in classe dedicavo il tempo a disposizione a più tracce per poi buttarmi, l'ultima mezz'ora, sulla traccia oggetto del compito che avrei consegnato. Di fatto è sempre andata bene, anche quando credevo di aver dato il peggio e questo mi ha sempre stupita. Anche agli esami feci così e andò bene (questo lo ricordo) ma "prima prova scritta" = "vuoto".
La mia seconda prova invece era "Informatica" avendo frequentato l' ITCS (indirizzo programmatori), stupendo, anche di quello ricordo ben poco e, tanto per dare un po' di colore alla situazione ormai cupa, non ricordo nemmeno come andò.
La terza prova, inutile dirlo, uguale alla prima e alla seconda, ma la terza comprendeva tutte le materie.

30 Giugno 2003, orali... optarono per il sorteggio e fortunatamente non fui la prima, di quel giorno ricordo solo la faccia del professore di Lettere e quella del professore di Economia Aziendale, rispettivamente primo ed ultimo a "setacciarmi". Stop! Anche di quel giorno nisba, non ricordo altro tranne...

tranne il fatto che ero presissima e non per gli esami ma perchè da lì a due giorni sarei partita per i miei primi tre giorni a Milano, alla volta di un "amore" alquanto strano, ma questa è un' altra storia...

Tirando le somme: del mio esame di stato non ricordo quasi nulla, solo il voto finale 85/100 che non era male, ma non era nemmeno quello che mi aspettavo, considerando nel complesso i 5 anni e il voto finale di altri compagni. Tant'è, poco me ne importa!

La mania(?) che invece da giorni imperversa nei meandri della mia mente contorta quanto malata è riuscire a capire-ricordare-recuperare qualcosa della prima prova scritta.
Si potrebbe avere una copia? No eh?

lunedì 18 giugno 2007

On The Road

Ore 01.25:
X: Pronto...
Io: Oih ciao... dormivi?
X: No, dimmi...
Io: ti va un giro..?
X: Sì dai, arrivo...
Io: Ok, ti aspetto!

20 minuti dopo:
X: Sono giù, scendi...?
Io: Arrivo!

In macchina:
X: Tutto ok?
Io: Si si, un po' di pensieri, ma è normale! Tu...?
X: Anche...
Io: Donne..?
X: No. Uomini?
Io: Non proprio... ma quelli si sa, c'entrano sempre! Te?
X: Un po' dei soliti casini... sai la solita storia, non è cambiato nulla...
Io: Beh fai qualcosa per cambiarla no?
X: Ci sto provando... e te? Che ti hanno fatto questa volta?
Io: No, beh non mi hanno fatto niente è proprio questo il problema... son sempre io, lo sai...
X: Hai fame?
Io: No.. tu?
X: No!
Io: Allora perchè me lo chiedi?
X: Beh se non hai cambiato abitudini a quest'ora ci starebbe bene qualcosa da sgranocchiare... no?
Io: Sì, cioè no, non ho cambiato abitudini, ma non ho fame...
X: Allora c'è proprio qualcosa che non va... Dai su sputa il rospo...
Io: No, dai non mi va... scusami!
X: Ok, come vuoi... Sting?
Io: Sì, Sting... tu, com'è andata oggi?
X: Umh... come le altre domeniche più o meno... dove andiamo?
Io: Dove vuoi... per me è uguale!
X: Va bene... solito giro? Monza-Muggiò-Seregno-Desio-Nova-Muggiò-Monza?
Io: Si si... ma vai pianino che voglio godermi un po' la notte...
X: Tranquilla lo so...
Io: Ok.. dai... non riesco a star zitta... e poi te lo devo...
BLAH BLAH BLAH BLAH BLAH
X: Dai tranquilla... passa anche questo... e fallo passare!
Io: Eh fosse così semplice... ma voglio provarci!
X: Ce la farai... come ce l'hai fatta in situazioni peggiori, non è poi così grave!
Io: Grazie...

SILENZI

Ore 2.50:
Io: Sali?
X: No è tardi, sono un po' stanco, vado a casa...
Io: Ok, grazie e scusami... sai...
X: Non devi scusarti di nulla... lo sai che ci sono!
Io: Beh... grazie davvero!
X: Buonanotte e stai tranquilla!
Io: Notte, a domani!

Amo la notte, il silenzio, le luci, le strade vuote, la calma... guardare le "case spente" e pensare che LORO dormono.
Amo il finestrino aperto, la testa poggiata, gli occhi chiusi e il vento in faccia.
Amo le labbra riflesse nello specchietto laterale, il volto a metà e quella smorfia che somiglia quasi ad un sorriso...

domenica 17 giugno 2007

Tanti auguri a te!

Premessa: non amo in modo particolare le feste di compleanno, faccio fatica a festeggiare il mio con mamma, papà e sorella, figuriamoci quello degli altri... soprattutto quando gli invitati sono più di 2 e quando vengo praticamente costretta ad esser presente. Sono più per i "Tête à tête - Vis à vis - Face to face"!

Detto ciò, sono stata invitata ad una festa di compleanno, un 50esimo... Mezzo secolo di vita e tanti auguri al festeggiato! Persona squisita tra l'altro, ma quando sono arrivata alla festicciola-cocktail-rinfresco (chiamatelo come vi pare) mi sentivo terribilmente fuori luogo, non amo i posti affollati e anche se gli invitati non erano molti, circa 20, per me quello era un posto affollatissimo.

Arrivo, auguri, regali e si inizia "dai prendi questo... dai prendi quello..." e prendo questo e quello per far felice il festeggiato, sorrisi di circostanza, presentazioni, "lei è... lui è il fidanzato di... l'altra è l'amica di..." e robe del genere. Si tirano fuori i soliti discorsi che fan ridere l'interlocutore, risatine, bimbi che giocano in giardino, abbracci, strette di mano... ad un certo punto mi accorgo che un paio di invitati non staccano gli occhi dalle mie "poppe" come se queste dovessero scappare da un momento all'altro e loro son lì pronti a recuperarle... non vedo l'ora che arrivi sta torta, non ne posso già più e sarà passata si e no un'ora... checchè se ne dica, non sono poi così esibizionista (frecciatina!). Intanto continuo a chiacchierare con l'invitato di turno che penso di conoscere perchè ne ho sentito parlare miliardi di volte e invece, come al sollito, niente coincide... Fumo una sigaretta, tanto siamo all'aperto e gli altri fumano, quindi ne accendo una anche io, cerco di allontanarmi, con la scusa che "sai... sto fumando... non vorrei dar noia agli altri..." (BALLE... in realtà vado più in là per sentirmi più a mio agio!) ma rimango comunque "nella festa".
Finalmente arriva la torta e si ricomincia con i riti: candeline, auguri, applausi, spumante, fetta di torta, dolcini, brindisi e la situazione... precipita! Ho un terribile mal di testa e mi sforzo di essere loquace anche gli ultimi minuti della festa... ci riesco! Ok, bene direi che può bastare, posso trovare la scusa per andar via, tanto sono tutti contenti e in fondo ho fatto il mio "dovere di invitata", poi è sabato e non sono l'unica a dover andare via... Ottimo! Mi avvicino al festeggiato, con molta "nonchalance" rinnovo gli auguri e lo saluto, fortunatamente mi risparmia l'imbarazzo del "dai rimani ancora un po'..." sostituendolo con un "va bene, son già molto contento del fatto che tu sia venuta..." chiudo con un "ma figurati, è stato un piacere..." sorriso, bacio, abbraccio, saluto tutti e vado via...

Finalmente libera! Torno a sentirmi bene, ma il mal di testa non sembra passare, quindi addio sabato sera (e non mi dispiace per nulla!). Arrivo a casa, tolgo il tacco, via l'impalcatura, via il trucco, via tutto e finalmente mi rilasso... telefono ai miei, chiacchiero con il papy che stasera è rimasto a casa da solo, mi rasserena un po' e come per magia il mal di testa si allevia! Ma son stanca e me ne starò lo stesso a casa, magari guardo un film o finisco di leggere l'ultimo della Kinsella... Boh... Vedremo!

Spengo tutto e mi godo "la mia casina..."

venerdì 15 giugno 2007

Think by Pat e Stanley!


Mi fanno morire!

Ad occhi chiusi...

Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi viene da "sognare".
Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi scappa da ridere.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi ho voglia di gridare.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi vengo a cercarti.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi ti trovo.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi viene da pensare.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi trasformo in quella che non sono.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi vivo di emozioni.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi sto così bene che...
...ogni tanto quando chiudo gli occhi non vorrei più riaprirli!

martedì 12 giugno 2007

Wake up!

Mi sono svegliata così:

lunedì 11 giugno 2007

SOS... Help... Aiuto!

Come si chiede aiuto?
La prima risposta che mi viene in mente è: urlando! Si urla perchè la consapevolezza di esser soli e di volercela fare a tutti i costi da' voce alla paura e al bisogno d'aiuto! In realtà esistono diversi modi per chiedere aiuto, urlarlo è quello più esplicito e diretto, ma si chiede aiuto anche con una canzone, un gesto, un'espressione, una frase che cela situazioni di disagio e quindi un possibile bisogno d'aiuto.
C'è chi non riesce a chiedere aiuto, chi sapendo di mentire a se stessi, prima che agli altri, pensa sempre e comunque di riuscire a cavarsela in qualsiasi situazione.
Chi in una domenica qualunque si ritrova a dover tirare le somme e nota che le cose semplici e piccole, sono in realtà le più complesse.
Ti ritrovi in una città che non conosci, che guardi da un finestrino con gli occhi di un'adolescente, nonostante ci vivi ormai da anni, ma che non hai vissuto perchè eri sola ad affrontare quella città troppo grande per te che venivi da una realtà molto più piccola e diversa, dove eri abituata ad avere accanto sempre qualcuno dalle spalle forti che riusciva ad aiutarti e a darti più di quanto tu avessi bisogno, solo capendo i tuoi silenzi. Ora invece dei tuoi silenzi non importa a questa grande città dove il silenzio non fa rumore, e il silenzio di uno vale meno di mille parole senza senso, vale meno di un cartellone pubblicitario con su la faccia di un astrologo o di una bella Eva che sostiene di non riuscire a resistere alle tentazioni, quando invece preferiresti il contrario. Allora riesci ad ammettere che la situazione nella quale ti trovi è troppo difficile e da sola non ce la farai, riesci ad ammettere di aver bisogno di aiuto. Pensi a chi potresti chiederlo, ma non fai in tempo a pensarci due volte che già hai cambiato idea: devi afferrare il toro per le corna, affrontare la situazione e crescere... sì, è ora, non puoi piangerti addosso e sperare che qualcuno capisca i tuoi i silenzi, qui non ti è permesso e questo tuo atteggiamento comincia a infastidirti e inizi a pensare alle parole che qualcuno ti disse un po' di tempo di tempo fa: "Te ne pentirai, dovrai essergli sempre grata e non sarai in grado di costruire una cosa tutta tua..."
Pensi che non puoi permettere a quelle parole, che sanno di saggezza, di aver ragione, di essere, oggi più che mai, vere...
Inizi a rovistare tra i ricordi e trovi una storia strana, un storia che sa di paura, di richiesta di aiuto, ma non di coraggio nel chiederlo...

16 anni, una ragazza nel pieno dell'adolescenza, apparentemente brillante agli occhi di tutti, una famiglia forte e saggia alle spalle pronta a dividere e condivedere tutto ciò di cui lei ha bisogno, una storia con un ragazzo poco più grande di lei, ottimi voti a scuola e nessun problema evidente. Giulia, il suo nome, un nome come tanti, ma qualcosa non va, Giulia si sente a disagio, forse per colpa della sua età, forse perchè in realtà non pensa di essere quello che gli altri pensano che lei sia.
Giulia ha bisogno di aiuto, ma finge spudoratamente davanti a tutti, finge di essere felice, di essere soddisfatta. Riesce a mentire anche a quella famiglia tanto forte e disponibile, ma intanto nella sua testa qualcosa continua ad andare sempre peggio e Giulia lo sa, sa che deve cancellare in fretta quei pensieri, sa che non può arrendersi alla sua condizione, ma è la forza che le manca, a 16 anni, pensa, non si ha la forza di reagire, si ha solo la voglia di agire senza pensare ai rischi e alle conseguenze. Giulia non sa bene cosa sia a tormentarla così tanto, si sente amata, ma non abbastanza, sa di essere una ragazza normale, ma vuole attirare l'attenzione, forse vorrebbe dire agli altri "ci sono anche io e non è così semplice come credete..."
Giulia si ritrova una sera in camera sua a preparare "il composto della felicità" così lo chiama lei, ma che con la felicità non ha nulla a che fare. Il giorno dopo va a scuola, è il 3 aprile, e porta con se quel composto, ma sa che non può utilizzarlo così e cerca in tutti i modi quell'occasione giusta per farlo, la trova e beve la sua dannata "felicità". Fortunatamente Giulia aveva parlato a qualcuno, Daniela, delle sue intenzioni che guardandola negli occhi si accorge che qualcosa non va, chiede a Giulia cos'è successo nel bagno di quella scuola, ma ancora una volta lei mente, sa fare solo quello. Daniela guarda le mani di Giulia, sono di un colore strano, le labbra secche ed è pallida in volto. Daniela ha paura, sa che Giulia le ha mentito e corre a chiedere aiuto mentre lentamente Giulia si abbandona a se stessa, a delle reazioni strane ad un senso di vuoto molto più grande, pur rimanendo cosciente nella sua incoscienza...
Giulia si ritrova su una sedia nel pronto soccorso di un ospedale, perchè non c'erano letti per lei, da sola, con una flebo attaccata ad un braccio e non sa rispondere alle domande che le fanno, nessuno può vederla, dicono, deve rimanere da sola... vuole la mamma, Giulia, vuole stare con lei e farle capire che ha bisogno di aiuto, che sa di aver sbagliato, di averle fatto del male... la mamma arriva, ma ha lo sguardo severo e dispiaciuto di una mamma che pensa di aver fallito nel suo ruolo di "madre"... Giulia lo vede quello sguardo e cerca di spiegarle cos'è accaduto e non è l'unica persona alla quale dovrà dare delle spiegazioni... da qui inizierà un lungo percorso, più tortuoso di quanto lei stessa possa immaginare...

Giulia porterà sempre con se quel ricordo, quelle sensazioni, quella paura, quegli sguardi di pena, a volte, negli occhi di chi sa e non riesce a capire, di chi saprà e utilizzerà questo suo punto debole, porterà con se tutte le conseguenze negative, perchè il suo modo di chiedere aiuto era quello sbagliato. Lo capirà col tempo e imparerà a chiedere aiuto in mille altri modi e non avrà paura di farlo.
Forse un giorno imparerà anche a cogliere il disagio negli occhi di chi, come lei, chiede aiuto in silenzio!


[Questo post è un'opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono inventati e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale.]

venerdì 8 giugno 2007

Chiunque tu sia!

Io ti immagino così, dietro alla tua scrivania, con in testa chissà quale idea pronta ad esser partorita e pronta a sostituire qualsiasi altro pensiero meno piacevole.
Ti immagino in pigiama a piedi nudi, rannicchiato davanti a quella scatola elettronica a leggere di chissà quali novità con il caffellatte che scotta tra le mani mentre aspetti che diventi bevibile, perchè tu sei curioso, sei "assetato di conoscenza" ed è anche per questo che oggi per l'ennesima volta mi stupirai.
Sei una sorpresa continua, niente e nessuno è più imprevedibile di te, a nessuno è permesso entrare nella tua testa, capire a cosa pensi e proprio quando cerchi di farti capire sei pronto a compiere fantastici voli pindarici per distogliere l'attenzione, per continuare a mantenere quel segreto. Chissà se sei così con tutti, ogni tanto me lo chiedo sai?
Chissà in quanti ci provano, è difficile starti dietro tanto quanto affascinante.
Tu sei quel punto di non ritorno, quando finalmente qualcuno riesce ad arrivare a te difficilmente potrà tornare indietro, che ti piaccia o no, sei così, non è facile starti accanto ma è ancora più difficile allontanarsi da te, ed è appagante ogni tuo piccolo gesto, ogni emozione che riesci a trasmettere.
Riesci a stupirmi con una risata che non mi aspettavo, con una frase alla quale puntualmente penserò tutta la notte... Cosa vorrà mai dire? E' proprio così? Riesci a stupirmi con le tue risposte secche, a volte un po' troppo secche, ma quando ci ripenso non posso fare a meno di ammettere che avevi ragione...
Riesci a farmi ridere di gusto, a farmi sorridere e a volte riesci anche a strapparmi qualche lacrima, lo ammetto! Ma non sono amare, sono quelle gonfie di gioia perchè "chi mai avrebbe potuto immaginarlo?"

E chissà se anche tu, come me, sei lì a chiederti a cosa sto pensando...
Sei il mio Yoda, non che tu assomigli a Yoda, assolutamente... ma da te ho sicuramente tanto da imparare.

Di chi sto parlando? Di te, chiunque tu sia, ma anche di nessuno, di un amico immaginario... e io lo immagino così!

Il Meglio















Non ce la farà
Niente e nessuno mai
Se soltanto lo vorrai
E lo vorrò
Senza nasconderci
Senza essere deboli
Davanti ai brutti scherzi e al pericolo
In cui forse toccherà
Quasi improvvisamente di imbattersi
Proprio allora servirà
Che ci arrabbiamo
E non permettiamo che
Nulla possa distruggere
Quello che abbiamo
Faticosamente
Costruito e non cedere
Perché non so
Immaginarmi
Niente più di così
Di ciò che ho
Avuto incontrandoti
Lieto di conoscerti

E il meglio deve ancora arrivare
Nei doni che la vita ci porterà
Il meglio è ancora tutto da fare
Sfruttando a fondo ogni opportunità
Senza subire il destino
Con tanta forza di volontà
Senza temere nessuno
Perché nessuno ci fermerà

Io ci credo sai
Credo alle favole
Credo sia possibile
Sta solo a noi
Renderlo facile
Bisogna fregarsene
Dei luoghi comuni e delle chiacchere
Di chi in fondo in fondo sa
Che per quanto si possa resistere
Prima o dopo finirà
Succede sempre
E che cosa avremo noi
Di diverso dagli altri e poi
E’ naturale che i fuochi si spengono
E le ceneri restano
Sarà così
Forse inspiegabile
Ma continua ad ardere
Il fuoco che avvolge tutti e due
di legno ne ho da vendere

E il meglio deve ancora arrivare
Nei doni che la vita ci porterà
Il meglio è ancora tutto da fare
Sfruttando a fondo ogni opportunità
Senza subire il destino
Con tanta forza di volontà
Senza temere nessuno
Perché nessuno ci fermerà

E il meglio deve ancora arrivare
Nei doni che la vita ci porterà
Il meglio è ancora tutto da fare
Sfruttando a fondo ogni opportunità
Senza subire il destino
Con tanta forza di volontà
Senza temere nessuno
Perché noi possiamo farcela...

(Il Meglio - Max Pezzali)

lunedì 4 giugno 2007

Non svegliarmi!

Potresti lasciarmi sognare?
Sto bene qui,
sto bene così...
Non c'è niente di vero
è tutto semplicemente un sogno,
un mio sogno!
Non svegliarmi ora...
Sto bene al buio,
non voglio sapere se è bene o male
lasciami così...
nel mio mondo fatto di illussioni,

non andrò oltre
te lo prometto...
ma tu non svegliarmi!

domenica 3 giugno 2007

Poppopoppopoppò...

Da stamattina (anzi, vista l'ora, da ieri mattina) mi frulla in testa questo motivetto:

"Quando dico che ti amo credi a me... poppò poppò poppopoppopoppò... quando dico che ti amo... quando dico che ti amo è la pura sacrosanta verità... è la pura sacrosanta verità... poppò poppò poppopoppopoppò poppopoppopoppò poppopoppò poppò..."

Adesso che ci penso... non ho mai detto "Ti amo" a nessuno!

venerdì 1 giugno 2007

Thinking About...

Arrivi stanca a casa la sera, mangi qualcosa al volo, ti infili sotto la doccia, hai voglia di Sting, di when we dance, di due parole sincere e con i capelli ancora un po' bagnati ti siedi davanti al pc, apri Outlook, ma non c'è niente di importante per te, apri messenger ma non ti va di rompere le scatole a nessuno, vorresti chiamare qualcuno, ma spegni il telefono, hai voglia di una serata tutta tua, ma non come le solite sere, una un po' diversa... spegni le luci, accendi quella candela profumata al muschio bianco, fingi di non esserci, sei offline per tutti e per nessuno.

Vai di là, su quel divano che una volta ti stringeva in un caldo abbraccio, accendi lo stereo e metti quel cd che ti piace tanto, quello fatto da te, hai scelto con cura quei brani, quelli che ti fanno stare bene anche se c'è un velo di malinconia che non riesci a spiegare. Non vuoi liberartene e mentre ascolti quel cantante che sembra cantare di te, del tuo passato simile a quello di tanti altri, soffochi un singhiozzo, ti versi da bere, e ricominci a pensare... ma quello che pensi è solo "Non arrenderti...", senti una lacrima scendere piano sul tuo volto e ti rannicchi sul divano come facevi da bambina quando avevi paura, allora non vuoi più pensare, prendi il libro che stai finendo di leggere, anche quello sembra parlare di te e la tua mente non si ferma, continua ad andare per la sua strada, quella strada che ti ostini a non voler seguire, sembra tutto programmato...

Tutti si aspettano qualcosa da te, un sorriso quando proprio non ce la fai a sorridere, una parola dolce quando invece sei tu ad averne bisogno, una reazione che non vuoi e non puoi accettare, un atteggiamento che non ti appartiene...
Tu sei così, sei triste e allegra allo stesso tempo, sei dolce e amara, sei la precisione e l'ambiguità, sei forte e debole, sei tu e non sei più tu.


Sei sempre al solito bivio: prendere o lasciare, ma non vuoi lasciare, hai lasciato troppe cose e non vuoi prendere perchè sai che non è prendendo che riuscirai a capire cosa vuoi davvero...

Hai bisogno di capire, devi sempre trovare una spiegazione razionale a tutto anche quando il tutto è niente. Anche quando dici "NO" perchè pensi sia giusto così, rimugini, ritiri fuori ciò che pensavi di aver nascosto bene e stai lì ore e ore a chiederti il perchè di quel no.
Ormai lo dici spesso, ti sei abituata a quella risposta proprio quando credevi di non esserne capace.

La testa inizia a pesare, gli occhi che bruciano iniziano a chiudersi, lasci scivolare il libro, lasci cantare il tuo passato, poggi la testa, speri che il suo peso diventi più leggero o almeno più sopportabile e ti abbandoni a te stessa perchè sai che è la cosa giusta da fare.

Ti risvegli, ti rimbocchi le maniche e vai avanti perchè hai ancora tanto da fare e da dare e non puoi fermarti proprio adesso, sai che non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima, ma nonostante tutto tu ci sei ancora e anche questa volta sei tu a darti lo schiaffo, il calcio, la spinta, a fissare i tuoi occhi e vedere ancora quella luce che ami così tanto.

Non sei solo Tu ad aver bisogno degli Altri... anche gli Altri hanno bisogno di Te.

mercoledì 30 maggio 2007

E' tutta una montatura!


Secondo me c'è sotto qualcosa... e non sono fragole!

Tra Mac e allarmi!

Alle 18.00 decidi di uscire, che non ne puoi più di startene a casa e vai a fare un giro al Carrefour con tanto di centro commerciale, un giro su, uno giù, uno di là, uno di qua, uno dentro e arrivi al "Reparto Multimediale", ti fermi all'angolino Apple e inizi a guardare l' iMac 24'', guardi tutta la presentazione, ci giocherelli un po', in pratica cazzeggi lì nel tuo angolino di paradiso... poi ti cade l'occhio sul MacBook, che non è un nuovo menù del McDonald's, ma il notebook Apple, bellino, piccino, bianco o nero, prezzo non esagerato e poi pensi: Vediamo chiuso com'è...
Ecco, se dovesse venirti in mente di chiudere il MacBook al Carrefour, meglio che ti passi la voglia, perchè appena lo chiudi scatta l'allarme, tutti si girano a guardarti con il sorriso stampato in faccia del tipo: "Ah ah... che pirla!", tu stai lì ad aspettare che arrivi qualcuno a staccare quel "coso odioso" che non se ne può più e dall'altra parte un addetto cerca di spegnerlo a distanza con un telecomando o quel che l'è che invece va poggiato sull'aggeggio attaccato al MacBook. Dopo indicazioni e suggerimenti vari l'addetto capisce quel che deve fare, finalmente tutto finisce e imbarazzata dici: "Mi scusi..." e l'addetto molto gentilmente risponde "Ma si figuri... è questo sistema del cavolo che fa schifo...!" Ora io dico, va bene ho le mani eccitate, devo toccare tutto, ma se sono esposti un motivo ci sarà e non riesci a resistere... che ne so io che se lo chiudo scatta l'allarme infernale? Che senso ha? Poi non è mica l'unico allarme e sinceramente quello a me non sembra utile per niente.
Comunque bando alle ciance mi sono innamorata di questo "cosino" qua:

venerdì 25 maggio 2007

Non ci sto!


Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile!!!

giovedì 24 maggio 2007

The Hung

Can we change game? I don't like this...

martedì 22 maggio 2007

Un capolavoro!

Si, lo so, non è il periodo giusto, nè il luogo e l'atmosfera adatta, ma ieri sera, dopo aver dato la buonanotte alle persone che amo di più, l'ho rivisto...
Per chi, come me, lo ama, per chi non l'ha mai visto o per chi non lo ricorda (anche se penso sia difficile dimenticarlo) ecco un assaggio del capolavoro che ho rivisto per l'ennesima volta.



Come sempre, non ho parole...

giovedì 17 maggio 2007

Mia sorella!

Felice
contenta
entusiasta
gioiosa
esultante
gongolante
esultante
raggiante
estasiata
soddisfatta
emozionata
emozionata
e ancora emozionata.

Oggi mi sento così, niente poteva farmi stare meglio.

Mia sorella, 24 anni, studentessa universitaria in dirittura d'arrivo, introversa, timida, riservata, ma a suo modo dolce e amorevole. Da qualche anno non aveva un ottimo rapporto con il cibo, non aveva problemi di alimentazione, mangiava, ma si privava dei piaceri della gola, niente dolci, niente fritti, niente vino, niente piatti ipercalorici, solo verdure lesse, piatti al forno senza grassi aggiunti e tanta, troppa acqua.

Oggi ore 14.20 telefonata della mamma:
"Sai, oggi ho da fare tante cose e poi c'è una novità... ma non so se dirtela perchè ho paura di crederci troppo..."
"mamma che succede...?"
"Beh... vedi... tua sorella vuole che le prepari i fusilli..." (non quelli barilla, quelli calabresi, lunghi, grossi e fatti in casa...)
"Mamma davvero? Non stai scherzando?"

Non stava scherzando, mia sorella da un po' di tempo prepara le torte, mia sorella mangia le torte, mia sorella beve anche un sorso di vino a pranzo, mia sorella mangia le frittelle, mia sorella mangia la pasta, mia sorella mangia il cioccolato, mia sorella sorride nelle foto, mia sorella scherza sul fatto che le sue ciambelle non sempre "riescono col buco", mia sorella si ama un po' di più...
Tante volte ho pianto per lei e con lei, ho avuto paura che stesse male per colpa mia e so che lo è stata. Piangevo di dolore, forse di rabbia nei miei confronti per averla "abbandonata"...
Oggi ho pianto di gioia e non riesco a smettere, vorrei abbracciarla, stringerla forte a me, non lasciarla più... dirle quanto mi manca e quanto sono contenta per lei!

Amo mia sorella che ha ricominciato ad amarsi, amo mia madre che sa stare accanto a un marito e a due figlie non proprio "modello", amo mio padre che nonostante tutto non ha mai smesso di amarci.