giovedì 15 novembre 2007

Semplicemente Maldestra!

Mi sveglio con il torcicollo, prendo un pacco per spostarlo, sento "track" e non riesco più a muovere il collo.

Vado a comprare le sigarette, torno a casa, salgo le scale, scivolo e ruzzolo giù (fortuna che ero al terzo gradino), male alle ginocchia ai fianchi e alle braccia.

Mi alzo dal divano, vado in cucina a prendere un bicchier d'acqua e sbatto, ancora una volta, il fianco contro il tavolo.

Tutto in meno di 12 ore... ora mi piacerebbe sapere chi si sta divertendo a giocare con le bamboline voodoo!!!

lunedì 12 novembre 2007

Talking About...

Hai presente quando parlando con qualcuno hai la sensazione di dover cogliere qualcosa? Un messaggio tra le righe... ecco, poniamo il caso che tu sia alla disperata ricerca di quel messaggio tra le righe, vuoi trovarlo... allora analizzi, pensi, rifletti su ogni parola!

Hai due strade, una strada x che è quella pura, semplice, quella che traspare dalle parole, la pura "informazione" e una strada y che è, per l'appunto, il messaggio nascosto.
Solitamente ci si sofferma sulla strada x, per cercare quanto meno di capire di cosa parla il nostro interlocutore e poter rispondere ad un'eventuale domanda, ma se le parole utilizzate sono tali da lasciarci un'impronta più o meno tangibile, si passa all'analisi. Cosa vorrà dire? Se poi alla sensazione aggiungessimo il desiderio di volerlo trovare a tutti i costi questo fantomatico messaggio nascosto, ecco che si entra in un labirinto intricato, dal quale se ne esce, nella maggior parte dei casi, analizzando il tutto senza condizionamenti, senza coinvolgere il resto, a porte chiuse. Dunque, dopo una prima risposta, magari azzardata, il chiodo fisso diventa: capire se il ragionamento dal quale è scaturita la nostra risposta sia quello giusto o qualcosa ci ha tratto in inganno!
Quali fattori possono trarre in inganno uno dei due soggetti?

- La semantica, la sintassi e la morfologia del dialogo.
- La scarsa attenzione di chi ascolta.
- Il coinvolgimento "emotivo" nei confronti del messaggio che ci farebbe piacere recepire.

In un dialogo, anche breve, si presuppone l'attenzione reciproca dei soggetti, l'uso di un linguaggio adatto al nostro interlocutore e la sua capacità di trasmettere un messaggio in modo tale che chi lo riceve risponda o si comporti secondo le nostre aspettative.
Se il messaggio è chiaro e l'attenzione è stata, almeno, regolare, l'unica cosa che può portare la mente di chi ci ascolta, su altri binari è il coinvolgimento emotivo, il messaggio che avrebbe voluto recepire.

Tutto ciò per dire che vivo di "pippe mentali" e quando mi va bene mi salvo in "zona Cesarini"!