giovedì 28 giugno 2007

Priorità

Sapete cosa mi disse tempo fa un amico guardandomi negli occhi?
Mi disse: "Sai perchè ci si "innamora" di te? Perchè tu hai gli occhi di una bimba, semplici e belli, tu hai sul volto quell'espressione che molte ragazze della tua età hanno perso e quando sorridi riesci ancora a sorridere con gli occhi! Perchè te ne freghi di quello che è e di quello che sarà, sei così, sei una bimba!"
In realtà io non ci ho mai creduto, ci pensavo stamattina guardandomi allo specchio prima di tornare a lavoro dopo una giornata a casa dolorante, ho preso il telefono e gli ho scritto: "Quegli occhi stanno iniziando a lasciarmi!". Lui mi ha risposto: "Tu stai lasciando loro... Riprendili!"

Ho inforcato gli occhiali da sole e sono andata a lavoro, dovevo nascondere qualcosa, dovevo nasconderli quegli occhi! Poco dopo, altro messaggio: "Sei una persona speciale, ricordalo."
Speciale io? Cos'è che rende una persona speciale agli occhi di chi la guarda? Cos'avrei di così speciale? Sono forse diversa dagli altri? Ho tre gambe invece che due? In cosa consisterebbe la mia "specialità"? Nel cadere nelle trappole, forse?

Poi ho capito che essere speciali per gli altri è sicuramente soggettivo, che ti viene detta una cosa del genere solo quando chi te lo dice vuole farti sentire speciale e non perchè lo sei davvero, sente che qualcosa non va e cerca di aiutarti in qualche modo.

Ed è qui che arriva un'altra rivelazione "questo è quel che hai perchè tu lo vuoi, è facile chiudere gli occhi e rinunciare a vedere" tanto è facile chiudere gli occhi quanto più difficile è capire davvero cosa vuoi. Ma la cosa della quale sono sicura è che quello che ho, ammesso che io abbia qualcosa, non è quello che voglio e che ho chiuso troppo spesso gli occhi per non vedere, perchè caspita quanto vorrei davvero aprirli questi occhi, vedere e non farmi controllare dalla paura, iniziare a camminare con le mie gambe, magari qualche volta anche inciampare e rialzarmi da sola.
Cara Paura, caro Compromesso, avrei voglia di gridarvelo quell' andate a farvi fottere, ma allora cos'è che mi tiene ancora qua, incoerente, inerme? Io che lottavo per gli altri adesso mi ritrovo a dover lottare per me e contro il fantasma di me stessa, per avere anche solo il coraggio di ammettere un fallimento, una scelta sbagliata, di aver chiuso occhi e tappato orecchi nel momento meno adatto, di essermi arresa.

Ho preso un foglio, una penna e ho creato una classifica delle mie priorità, quelle più importanti e quelle meno importanti, poi ho invertito l'ordine, ci ho pensato su e ho rifatto la classifica...
IO SO COSA VOGLIO!

mercoledì 27 giugno 2007

La verità!

La verità è che non è mai tutto così come ci viene presentato, non è mai tutto "rose e fiori" così come gli altri vogliono farci credere. C'è sempre qualcosa che non corrisponde alla realtà, qualcosa di cui ci si vergogna o che magari ci infastidisce o ancora qualcosa di cui ci si vuole liberare, che impedisce a chi hai di fronte di essere "vero". Bisogna saper leggere bene tra le righe!

Qualcuno scende a compromessi, stupidi compromessi che impediscono, a chi li ha accettati, di poter dire o fare ciò che realmente desidera.
A volte ci si nasconde dietro ad un computer perchè sembra tutto più semplice, perchè chi sta dall'altra parte, incosapevolmente, ti da la forza di continuare a "tirarti su le maniche". Ma succede anche che chi sta dall'altra parte possa aver bisogno della realtà e tu questa realtà non puoi dargliela perchè devi dare spiegazioni a qualcuno e questo "qualcuno" è quello del compromesso che reagirà in qualsiasi modo per impedirtelo e tu lo sai, ne hai portato i segni per diverso tempo. Ma questa volta vuoi insistere perchè non ce la fai proprio a perdere l'unica persona della quale ti fidi davvero e lotti contro i tuoi compromessi, ma finisce che sono loro a vincere e ti sei solo fatta male un'altra volta, questa volta però è più dura perchè non c'è solo il dolore fisico, ma senti anche di aver perso ogni speranza e chi prima ti dava la forza di tirarti su le maniche... non c'è più.
Hai deluso qualcuno, ma più di ogni altra persona hai deluso ancora una volta te stessa e tutto questo perchè la tua "realtà" è così assurda che non riesci a crederci neanche tu, come puoi pensare che gli altri possano crederti?

Continui a batterti per TE, quel flashback diventa per l'ennesima volta il tuo presente, continua a rimbombarti nella testa quel "sei malata!"

"Perchè sono malata? Perchè ho voglia di confrontarmi con gli altri? Perchè di TE non m'importa più nulla? Perchè sto provando a pensare a me stessa? Perchè sono stanca della tua trappola? Perchè sono per strada di notte e tu mi segui? Perchè se mi affeziono a qualcuno ci pensi tu a rovinare tutto? Perchè oggi ti gira così? Perchè è passato quasi un anno e tu mi tieni ancora in pugno? Perchè non sono una donna con le palle? Perchè...? Perchè sono malata? Ma sono io quella "malata"? E poi malata di cosa? Qual è la mia malattia?"

Lividi

Prendi una sera, decidi di andare da una persona che ti sta a cuore, aggiungi la persona che odi di più e prova a muoverti, sai qual è il risultato? Lividi!
Questo solo per aver provato a venire da te!

sabato 23 giugno 2007

E' solo nella mia testa!

Pastelli a cera su carta © Federico Paris

io + te = sarebbe "ti amo" se...
tu mi regali un po' d'allegria se giro per strada in tua compagnia

io + te = sarebbe mettiamo che...
volassimo un poco più in alto noi, fai finta di togliere IO e TE rimane più

Più di così non posso! Ho un po' di paura addosso.
Più di così più di un
Più di te, più di me, più di noi, più che puoi... di più!

[Più]

venerdì 22 giugno 2007

Ricordi(?)

Ormai da giorni imperversa on line la mania degli esami di stato, com'è giusto che sia in questo periodo. Nel ricordare i mei, 4 anni fa, ho notato di aver dimenticato alcune cose che invece mi sarebbe piaciuto ricordare.
Per esempio ho dimenticato la prima prova scritta, ovvero non ricordo bene che traccia trattai, ricordo che l'analisi del testo riguardava Pirandello, ma non credo di averla scelta, poi ricordo qualcosa sull'acqua e sulla poesia. Il resto è il buio totale per me.
Ora, solitamente quando scrivo inizio con un argomento e cambio poi durante lo svolgimento ed è sempre stato così, anche nei compiti in classe dedicavo il tempo a disposizione a più tracce per poi buttarmi, l'ultima mezz'ora, sulla traccia oggetto del compito che avrei consegnato. Di fatto è sempre andata bene, anche quando credevo di aver dato il peggio e questo mi ha sempre stupita. Anche agli esami feci così e andò bene (questo lo ricordo) ma "prima prova scritta" = "vuoto".
La mia seconda prova invece era "Informatica" avendo frequentato l' ITCS (indirizzo programmatori), stupendo, anche di quello ricordo ben poco e, tanto per dare un po' di colore alla situazione ormai cupa, non ricordo nemmeno come andò.
La terza prova, inutile dirlo, uguale alla prima e alla seconda, ma la terza comprendeva tutte le materie.

30 Giugno 2003, orali... optarono per il sorteggio e fortunatamente non fui la prima, di quel giorno ricordo solo la faccia del professore di Lettere e quella del professore di Economia Aziendale, rispettivamente primo ed ultimo a "setacciarmi". Stop! Anche di quel giorno nisba, non ricordo altro tranne...

tranne il fatto che ero presissima e non per gli esami ma perchè da lì a due giorni sarei partita per i miei primi tre giorni a Milano, alla volta di un "amore" alquanto strano, ma questa è un' altra storia...

Tirando le somme: del mio esame di stato non ricordo quasi nulla, solo il voto finale 85/100 che non era male, ma non era nemmeno quello che mi aspettavo, considerando nel complesso i 5 anni e il voto finale di altri compagni. Tant'è, poco me ne importa!

La mania(?) che invece da giorni imperversa nei meandri della mia mente contorta quanto malata è riuscire a capire-ricordare-recuperare qualcosa della prima prova scritta.
Si potrebbe avere una copia? No eh?

lunedì 18 giugno 2007

On The Road

Ore 01.25:
X: Pronto...
Io: Oih ciao... dormivi?
X: No, dimmi...
Io: ti va un giro..?
X: Sì dai, arrivo...
Io: Ok, ti aspetto!

20 minuti dopo:
X: Sono giù, scendi...?
Io: Arrivo!

In macchina:
X: Tutto ok?
Io: Si si, un po' di pensieri, ma è normale! Tu...?
X: Anche...
Io: Donne..?
X: No. Uomini?
Io: Non proprio... ma quelli si sa, c'entrano sempre! Te?
X: Un po' dei soliti casini... sai la solita storia, non è cambiato nulla...
Io: Beh fai qualcosa per cambiarla no?
X: Ci sto provando... e te? Che ti hanno fatto questa volta?
Io: No, beh non mi hanno fatto niente è proprio questo il problema... son sempre io, lo sai...
X: Hai fame?
Io: No.. tu?
X: No!
Io: Allora perchè me lo chiedi?
X: Beh se non hai cambiato abitudini a quest'ora ci starebbe bene qualcosa da sgranocchiare... no?
Io: Sì, cioè no, non ho cambiato abitudini, ma non ho fame...
X: Allora c'è proprio qualcosa che non va... Dai su sputa il rospo...
Io: No, dai non mi va... scusami!
X: Ok, come vuoi... Sting?
Io: Sì, Sting... tu, com'è andata oggi?
X: Umh... come le altre domeniche più o meno... dove andiamo?
Io: Dove vuoi... per me è uguale!
X: Va bene... solito giro? Monza-Muggiò-Seregno-Desio-Nova-Muggiò-Monza?
Io: Si si... ma vai pianino che voglio godermi un po' la notte...
X: Tranquilla lo so...
Io: Ok.. dai... non riesco a star zitta... e poi te lo devo...
BLAH BLAH BLAH BLAH BLAH
X: Dai tranquilla... passa anche questo... e fallo passare!
Io: Eh fosse così semplice... ma voglio provarci!
X: Ce la farai... come ce l'hai fatta in situazioni peggiori, non è poi così grave!
Io: Grazie...

SILENZI

Ore 2.50:
Io: Sali?
X: No è tardi, sono un po' stanco, vado a casa...
Io: Ok, grazie e scusami... sai...
X: Non devi scusarti di nulla... lo sai che ci sono!
Io: Beh... grazie davvero!
X: Buonanotte e stai tranquilla!
Io: Notte, a domani!

Amo la notte, il silenzio, le luci, le strade vuote, la calma... guardare le "case spente" e pensare che LORO dormono.
Amo il finestrino aperto, la testa poggiata, gli occhi chiusi e il vento in faccia.
Amo le labbra riflesse nello specchietto laterale, il volto a metà e quella smorfia che somiglia quasi ad un sorriso...

domenica 17 giugno 2007

Tanti auguri a te!

Premessa: non amo in modo particolare le feste di compleanno, faccio fatica a festeggiare il mio con mamma, papà e sorella, figuriamoci quello degli altri... soprattutto quando gli invitati sono più di 2 e quando vengo praticamente costretta ad esser presente. Sono più per i "Tête à tête - Vis à vis - Face to face"!

Detto ciò, sono stata invitata ad una festa di compleanno, un 50esimo... Mezzo secolo di vita e tanti auguri al festeggiato! Persona squisita tra l'altro, ma quando sono arrivata alla festicciola-cocktail-rinfresco (chiamatelo come vi pare) mi sentivo terribilmente fuori luogo, non amo i posti affollati e anche se gli invitati non erano molti, circa 20, per me quello era un posto affollatissimo.

Arrivo, auguri, regali e si inizia "dai prendi questo... dai prendi quello..." e prendo questo e quello per far felice il festeggiato, sorrisi di circostanza, presentazioni, "lei è... lui è il fidanzato di... l'altra è l'amica di..." e robe del genere. Si tirano fuori i soliti discorsi che fan ridere l'interlocutore, risatine, bimbi che giocano in giardino, abbracci, strette di mano... ad un certo punto mi accorgo che un paio di invitati non staccano gli occhi dalle mie "poppe" come se queste dovessero scappare da un momento all'altro e loro son lì pronti a recuperarle... non vedo l'ora che arrivi sta torta, non ne posso già più e sarà passata si e no un'ora... checchè se ne dica, non sono poi così esibizionista (frecciatina!). Intanto continuo a chiacchierare con l'invitato di turno che penso di conoscere perchè ne ho sentito parlare miliardi di volte e invece, come al sollito, niente coincide... Fumo una sigaretta, tanto siamo all'aperto e gli altri fumano, quindi ne accendo una anche io, cerco di allontanarmi, con la scusa che "sai... sto fumando... non vorrei dar noia agli altri..." (BALLE... in realtà vado più in là per sentirmi più a mio agio!) ma rimango comunque "nella festa".
Finalmente arriva la torta e si ricomincia con i riti: candeline, auguri, applausi, spumante, fetta di torta, dolcini, brindisi e la situazione... precipita! Ho un terribile mal di testa e mi sforzo di essere loquace anche gli ultimi minuti della festa... ci riesco! Ok, bene direi che può bastare, posso trovare la scusa per andar via, tanto sono tutti contenti e in fondo ho fatto il mio "dovere di invitata", poi è sabato e non sono l'unica a dover andare via... Ottimo! Mi avvicino al festeggiato, con molta "nonchalance" rinnovo gli auguri e lo saluto, fortunatamente mi risparmia l'imbarazzo del "dai rimani ancora un po'..." sostituendolo con un "va bene, son già molto contento del fatto che tu sia venuta..." chiudo con un "ma figurati, è stato un piacere..." sorriso, bacio, abbraccio, saluto tutti e vado via...

Finalmente libera! Torno a sentirmi bene, ma il mal di testa non sembra passare, quindi addio sabato sera (e non mi dispiace per nulla!). Arrivo a casa, tolgo il tacco, via l'impalcatura, via il trucco, via tutto e finalmente mi rilasso... telefono ai miei, chiacchiero con il papy che stasera è rimasto a casa da solo, mi rasserena un po' e come per magia il mal di testa si allevia! Ma son stanca e me ne starò lo stesso a casa, magari guardo un film o finisco di leggere l'ultimo della Kinsella... Boh... Vedremo!

Spengo tutto e mi godo "la mia casina..."

venerdì 15 giugno 2007

Think by Pat e Stanley!


Mi fanno morire!

Ad occhi chiusi...

Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi viene da "sognare".
Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi scappa da ridere.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi ho voglia di gridare.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi vengo a cercarti.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi ti trovo.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi viene da pensare.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi mi trasformo in quella che non sono.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi vivo di emozioni.
Ogni tanto quando chiudo gli occhi sto così bene che...
...ogni tanto quando chiudo gli occhi non vorrei più riaprirli!

martedì 12 giugno 2007

Wake up!

Mi sono svegliata così:

lunedì 11 giugno 2007

SOS... Help... Aiuto!

Come si chiede aiuto?
La prima risposta che mi viene in mente è: urlando! Si urla perchè la consapevolezza di esser soli e di volercela fare a tutti i costi da' voce alla paura e al bisogno d'aiuto! In realtà esistono diversi modi per chiedere aiuto, urlarlo è quello più esplicito e diretto, ma si chiede aiuto anche con una canzone, un gesto, un'espressione, una frase che cela situazioni di disagio e quindi un possibile bisogno d'aiuto.
C'è chi non riesce a chiedere aiuto, chi sapendo di mentire a se stessi, prima che agli altri, pensa sempre e comunque di riuscire a cavarsela in qualsiasi situazione.
Chi in una domenica qualunque si ritrova a dover tirare le somme e nota che le cose semplici e piccole, sono in realtà le più complesse.
Ti ritrovi in una città che non conosci, che guardi da un finestrino con gli occhi di un'adolescente, nonostante ci vivi ormai da anni, ma che non hai vissuto perchè eri sola ad affrontare quella città troppo grande per te che venivi da una realtà molto più piccola e diversa, dove eri abituata ad avere accanto sempre qualcuno dalle spalle forti che riusciva ad aiutarti e a darti più di quanto tu avessi bisogno, solo capendo i tuoi silenzi. Ora invece dei tuoi silenzi non importa a questa grande città dove il silenzio non fa rumore, e il silenzio di uno vale meno di mille parole senza senso, vale meno di un cartellone pubblicitario con su la faccia di un astrologo o di una bella Eva che sostiene di non riuscire a resistere alle tentazioni, quando invece preferiresti il contrario. Allora riesci ad ammettere che la situazione nella quale ti trovi è troppo difficile e da sola non ce la farai, riesci ad ammettere di aver bisogno di aiuto. Pensi a chi potresti chiederlo, ma non fai in tempo a pensarci due volte che già hai cambiato idea: devi afferrare il toro per le corna, affrontare la situazione e crescere... sì, è ora, non puoi piangerti addosso e sperare che qualcuno capisca i tuoi i silenzi, qui non ti è permesso e questo tuo atteggiamento comincia a infastidirti e inizi a pensare alle parole che qualcuno ti disse un po' di tempo di tempo fa: "Te ne pentirai, dovrai essergli sempre grata e non sarai in grado di costruire una cosa tutta tua..."
Pensi che non puoi permettere a quelle parole, che sanno di saggezza, di aver ragione, di essere, oggi più che mai, vere...
Inizi a rovistare tra i ricordi e trovi una storia strana, un storia che sa di paura, di richiesta di aiuto, ma non di coraggio nel chiederlo...

16 anni, una ragazza nel pieno dell'adolescenza, apparentemente brillante agli occhi di tutti, una famiglia forte e saggia alle spalle pronta a dividere e condivedere tutto ciò di cui lei ha bisogno, una storia con un ragazzo poco più grande di lei, ottimi voti a scuola e nessun problema evidente. Giulia, il suo nome, un nome come tanti, ma qualcosa non va, Giulia si sente a disagio, forse per colpa della sua età, forse perchè in realtà non pensa di essere quello che gli altri pensano che lei sia.
Giulia ha bisogno di aiuto, ma finge spudoratamente davanti a tutti, finge di essere felice, di essere soddisfatta. Riesce a mentire anche a quella famiglia tanto forte e disponibile, ma intanto nella sua testa qualcosa continua ad andare sempre peggio e Giulia lo sa, sa che deve cancellare in fretta quei pensieri, sa che non può arrendersi alla sua condizione, ma è la forza che le manca, a 16 anni, pensa, non si ha la forza di reagire, si ha solo la voglia di agire senza pensare ai rischi e alle conseguenze. Giulia non sa bene cosa sia a tormentarla così tanto, si sente amata, ma non abbastanza, sa di essere una ragazza normale, ma vuole attirare l'attenzione, forse vorrebbe dire agli altri "ci sono anche io e non è così semplice come credete..."
Giulia si ritrova una sera in camera sua a preparare "il composto della felicità" così lo chiama lei, ma che con la felicità non ha nulla a che fare. Il giorno dopo va a scuola, è il 3 aprile, e porta con se quel composto, ma sa che non può utilizzarlo così e cerca in tutti i modi quell'occasione giusta per farlo, la trova e beve la sua dannata "felicità". Fortunatamente Giulia aveva parlato a qualcuno, Daniela, delle sue intenzioni che guardandola negli occhi si accorge che qualcosa non va, chiede a Giulia cos'è successo nel bagno di quella scuola, ma ancora una volta lei mente, sa fare solo quello. Daniela guarda le mani di Giulia, sono di un colore strano, le labbra secche ed è pallida in volto. Daniela ha paura, sa che Giulia le ha mentito e corre a chiedere aiuto mentre lentamente Giulia si abbandona a se stessa, a delle reazioni strane ad un senso di vuoto molto più grande, pur rimanendo cosciente nella sua incoscienza...
Giulia si ritrova su una sedia nel pronto soccorso di un ospedale, perchè non c'erano letti per lei, da sola, con una flebo attaccata ad un braccio e non sa rispondere alle domande che le fanno, nessuno può vederla, dicono, deve rimanere da sola... vuole la mamma, Giulia, vuole stare con lei e farle capire che ha bisogno di aiuto, che sa di aver sbagliato, di averle fatto del male... la mamma arriva, ma ha lo sguardo severo e dispiaciuto di una mamma che pensa di aver fallito nel suo ruolo di "madre"... Giulia lo vede quello sguardo e cerca di spiegarle cos'è accaduto e non è l'unica persona alla quale dovrà dare delle spiegazioni... da qui inizierà un lungo percorso, più tortuoso di quanto lei stessa possa immaginare...

Giulia porterà sempre con se quel ricordo, quelle sensazioni, quella paura, quegli sguardi di pena, a volte, negli occhi di chi sa e non riesce a capire, di chi saprà e utilizzerà questo suo punto debole, porterà con se tutte le conseguenze negative, perchè il suo modo di chiedere aiuto era quello sbagliato. Lo capirà col tempo e imparerà a chiedere aiuto in mille altri modi e non avrà paura di farlo.
Forse un giorno imparerà anche a cogliere il disagio negli occhi di chi, come lei, chiede aiuto in silenzio!


[Questo post è un'opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono inventati e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale.]

venerdì 8 giugno 2007

Chiunque tu sia!

Io ti immagino così, dietro alla tua scrivania, con in testa chissà quale idea pronta ad esser partorita e pronta a sostituire qualsiasi altro pensiero meno piacevole.
Ti immagino in pigiama a piedi nudi, rannicchiato davanti a quella scatola elettronica a leggere di chissà quali novità con il caffellatte che scotta tra le mani mentre aspetti che diventi bevibile, perchè tu sei curioso, sei "assetato di conoscenza" ed è anche per questo che oggi per l'ennesima volta mi stupirai.
Sei una sorpresa continua, niente e nessuno è più imprevedibile di te, a nessuno è permesso entrare nella tua testa, capire a cosa pensi e proprio quando cerchi di farti capire sei pronto a compiere fantastici voli pindarici per distogliere l'attenzione, per continuare a mantenere quel segreto. Chissà se sei così con tutti, ogni tanto me lo chiedo sai?
Chissà in quanti ci provano, è difficile starti dietro tanto quanto affascinante.
Tu sei quel punto di non ritorno, quando finalmente qualcuno riesce ad arrivare a te difficilmente potrà tornare indietro, che ti piaccia o no, sei così, non è facile starti accanto ma è ancora più difficile allontanarsi da te, ed è appagante ogni tuo piccolo gesto, ogni emozione che riesci a trasmettere.
Riesci a stupirmi con una risata che non mi aspettavo, con una frase alla quale puntualmente penserò tutta la notte... Cosa vorrà mai dire? E' proprio così? Riesci a stupirmi con le tue risposte secche, a volte un po' troppo secche, ma quando ci ripenso non posso fare a meno di ammettere che avevi ragione...
Riesci a farmi ridere di gusto, a farmi sorridere e a volte riesci anche a strapparmi qualche lacrima, lo ammetto! Ma non sono amare, sono quelle gonfie di gioia perchè "chi mai avrebbe potuto immaginarlo?"

E chissà se anche tu, come me, sei lì a chiederti a cosa sto pensando...
Sei il mio Yoda, non che tu assomigli a Yoda, assolutamente... ma da te ho sicuramente tanto da imparare.

Di chi sto parlando? Di te, chiunque tu sia, ma anche di nessuno, di un amico immaginario... e io lo immagino così!

Il Meglio















Non ce la farà
Niente e nessuno mai
Se soltanto lo vorrai
E lo vorrò
Senza nasconderci
Senza essere deboli
Davanti ai brutti scherzi e al pericolo
In cui forse toccherà
Quasi improvvisamente di imbattersi
Proprio allora servirà
Che ci arrabbiamo
E non permettiamo che
Nulla possa distruggere
Quello che abbiamo
Faticosamente
Costruito e non cedere
Perché non so
Immaginarmi
Niente più di così
Di ciò che ho
Avuto incontrandoti
Lieto di conoscerti

E il meglio deve ancora arrivare
Nei doni che la vita ci porterà
Il meglio è ancora tutto da fare
Sfruttando a fondo ogni opportunità
Senza subire il destino
Con tanta forza di volontà
Senza temere nessuno
Perché nessuno ci fermerà

Io ci credo sai
Credo alle favole
Credo sia possibile
Sta solo a noi
Renderlo facile
Bisogna fregarsene
Dei luoghi comuni e delle chiacchere
Di chi in fondo in fondo sa
Che per quanto si possa resistere
Prima o dopo finirà
Succede sempre
E che cosa avremo noi
Di diverso dagli altri e poi
E’ naturale che i fuochi si spengono
E le ceneri restano
Sarà così
Forse inspiegabile
Ma continua ad ardere
Il fuoco che avvolge tutti e due
di legno ne ho da vendere

E il meglio deve ancora arrivare
Nei doni che la vita ci porterà
Il meglio è ancora tutto da fare
Sfruttando a fondo ogni opportunità
Senza subire il destino
Con tanta forza di volontà
Senza temere nessuno
Perché nessuno ci fermerà

E il meglio deve ancora arrivare
Nei doni che la vita ci porterà
Il meglio è ancora tutto da fare
Sfruttando a fondo ogni opportunità
Senza subire il destino
Con tanta forza di volontà
Senza temere nessuno
Perché noi possiamo farcela...

(Il Meglio - Max Pezzali)

lunedì 4 giugno 2007

Non svegliarmi!

Potresti lasciarmi sognare?
Sto bene qui,
sto bene così...
Non c'è niente di vero
è tutto semplicemente un sogno,
un mio sogno!
Non svegliarmi ora...
Sto bene al buio,
non voglio sapere se è bene o male
lasciami così...
nel mio mondo fatto di illussioni,

non andrò oltre
te lo prometto...
ma tu non svegliarmi!

domenica 3 giugno 2007

Poppopoppopoppò...

Da stamattina (anzi, vista l'ora, da ieri mattina) mi frulla in testa questo motivetto:

"Quando dico che ti amo credi a me... poppò poppò poppopoppopoppò... quando dico che ti amo... quando dico che ti amo è la pura sacrosanta verità... è la pura sacrosanta verità... poppò poppò poppopoppopoppò poppopoppopoppò poppopoppò poppò..."

Adesso che ci penso... non ho mai detto "Ti amo" a nessuno!

venerdì 1 giugno 2007

Thinking About...

Arrivi stanca a casa la sera, mangi qualcosa al volo, ti infili sotto la doccia, hai voglia di Sting, di when we dance, di due parole sincere e con i capelli ancora un po' bagnati ti siedi davanti al pc, apri Outlook, ma non c'è niente di importante per te, apri messenger ma non ti va di rompere le scatole a nessuno, vorresti chiamare qualcuno, ma spegni il telefono, hai voglia di una serata tutta tua, ma non come le solite sere, una un po' diversa... spegni le luci, accendi quella candela profumata al muschio bianco, fingi di non esserci, sei offline per tutti e per nessuno.

Vai di là, su quel divano che una volta ti stringeva in un caldo abbraccio, accendi lo stereo e metti quel cd che ti piace tanto, quello fatto da te, hai scelto con cura quei brani, quelli che ti fanno stare bene anche se c'è un velo di malinconia che non riesci a spiegare. Non vuoi liberartene e mentre ascolti quel cantante che sembra cantare di te, del tuo passato simile a quello di tanti altri, soffochi un singhiozzo, ti versi da bere, e ricominci a pensare... ma quello che pensi è solo "Non arrenderti...", senti una lacrima scendere piano sul tuo volto e ti rannicchi sul divano come facevi da bambina quando avevi paura, allora non vuoi più pensare, prendi il libro che stai finendo di leggere, anche quello sembra parlare di te e la tua mente non si ferma, continua ad andare per la sua strada, quella strada che ti ostini a non voler seguire, sembra tutto programmato...

Tutti si aspettano qualcosa da te, un sorriso quando proprio non ce la fai a sorridere, una parola dolce quando invece sei tu ad averne bisogno, una reazione che non vuoi e non puoi accettare, un atteggiamento che non ti appartiene...
Tu sei così, sei triste e allegra allo stesso tempo, sei dolce e amara, sei la precisione e l'ambiguità, sei forte e debole, sei tu e non sei più tu.


Sei sempre al solito bivio: prendere o lasciare, ma non vuoi lasciare, hai lasciato troppe cose e non vuoi prendere perchè sai che non è prendendo che riuscirai a capire cosa vuoi davvero...

Hai bisogno di capire, devi sempre trovare una spiegazione razionale a tutto anche quando il tutto è niente. Anche quando dici "NO" perchè pensi sia giusto così, rimugini, ritiri fuori ciò che pensavi di aver nascosto bene e stai lì ore e ore a chiederti il perchè di quel no.
Ormai lo dici spesso, ti sei abituata a quella risposta proprio quando credevi di non esserne capace.

La testa inizia a pesare, gli occhi che bruciano iniziano a chiudersi, lasci scivolare il libro, lasci cantare il tuo passato, poggi la testa, speri che il suo peso diventi più leggero o almeno più sopportabile e ti abbandoni a te stessa perchè sai che è la cosa giusta da fare.

Ti risvegli, ti rimbocchi le maniche e vai avanti perchè hai ancora tanto da fare e da dare e non puoi fermarti proprio adesso, sai che non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima, ma nonostante tutto tu ci sei ancora e anche questa volta sei tu a darti lo schiaffo, il calcio, la spinta, a fissare i tuoi occhi e vedere ancora quella luce che ami così tanto.

Non sei solo Tu ad aver bisogno degli Altri... anche gli Altri hanno bisogno di Te.